| 
 
 Si 
                    può nascere con due occhi che vedono o con due mani 
                    che sanno far vedere. Il 
                    primo è un caso generale.Il secondo – un caso comune.
 L’uno non esclude l’altro.
 Due 
                    mani e due occhi così potranno essere protetti, educati, 
                    nutriti. Cresceranno, si allargheranno, si affineranno e ingialliranno 
                    con l’uso. Per un po’ saranno luminosi, elastici, 
                    abili, raffinati, sensibili, perfetti. Uno specchio: questo 
                    sarà, ai limiti della purezza, il risultato di tale 
                    educazione, l’accrescimento di tale nutrizione, il limite 
                    di tale affinamento. Ci 
                    sono sempre stati e sempre ci saranno artisti che artisti 
                    diventano (si creano). La 
                    superficie di uno specchio. La 
                    superficie di uno specchio. * 
                    * * Cinzia 
                    è nata il 10 Marzo 1964 con due occhi che fanno vedere 
                    perché ha due mani che vedono. Casi 
                    del genere, per quanto diffusi, sono sempre unici. (Occhi 
                    così implicano mani così). Trovarsi 
                    nel raggio d’azione di tali occhi e tali mani vuol dire 
                    essere toccati e plasmati da quegli occhi, guardare quelle 
                    mani creare ciò che vediamo. Due 
                    mani e due occhi così daranno più nutrimento 
                    di quello che richiedono, cresceranno oltre il loro corpo 
                    in una cosiddetta “opera d’arte”. * 
                    * * L’opera 
                    nasce opera. L’artista può diventare artista. 
                    Ma l’artista che nasce con la sua opera (crea), se diventa 
                    qualcosa – diventa la sua opera. Un’eterna 
                    nascita, un eterno immobile talento imperfetto. Ma 
                    solo questi artisti (della visione, della parola, del 
                    suono, del corpo) hanno il segreto dono della composizione. (Composizione: 
                    creare ciò che esiste ricordando ciò che esisterà). Cinzia 
                    è pigra, quasi non ha stile. È molto giovane: 
                    sicuramente “troverà” uno stile, lo renderà 
                    perfetto – quindi subito lo “perderà”. (Stile: 
                    creare ciò che esiste in modo da dimenticare ciò 
                    che è esistito in vano). (Cinzia 
                    una sera mi disse: “Le tue poesie sono i miei 
                    disegni”. Ho scritto quasi 200 poesie. Ne trovo soddisfacenti 
                    una decina, fra cui sempre la prima e l’ultima). * 
                    * * Uno 
                    specchio. Tutto 
                    uno specchio. Cinzia 
                    disegna, dipinge. Disegna, 
                    dipinge da dietro lo specchio, là dove tiene 
                    invisibili i suoi occhi (rivolti dietro di noi) perché 
                    le sue mani si muovono secondo ciò che sta dinanzi 
                    a noi. Chissà 
                    come fa. (Conosco 
                    tre persone, forse quattro, in bocca alle quali il sostantivo 
                    assoluto “visione” non si deformi sinistramente 
                    per eccesso o difetto di coscienza: una, ovviamente, è 
                    Cinzia. Le ho sentito pronunciare questa parola due 
                    volte, e me ne ricordo soltanto adesso). Se 
                    noi lo vediamo, è molto probabile che Cinzia 
                    abbia mostrato ciò che noi vediamo. Dietro 
                    quelle linee. Sotto quei colori, Dentro quelle 
                    forme. Per 
                    quanto ne so io, si tratta di un segno naturale della creazione 
                    artistica.    Massimo 
                    Lenzi (Lucca, 
                    5 febbraio 1985 – ore 1:30, luna piena) |