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Aggiornato Venerdì 26-Gen-2007

 

Patteggia 4 anni e 8 mesi il giovane che colpì il transessuale che morì 4 giorni dopo
Ma l’inchiesta continua: indagati i medici che visitarono la vittima

Di Alberto Pellegrini – “Il Giornale di Brescia”, 7 Ottobre 2003

 

Sul suo capo pendeva un’accusa da ergastolo: omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi. Aveva ammesso di aver colpito con una martellata in pieno volto il giovane transessuale brasiliano Adriano Torres De Assunçao, col quale aveva litigato per una prestazione sessuale malriuscita e che morì quattro giorni dopo. Ma alla fine del processo per questa tragica vicenda, il ventitreenne di Rovato Stefano Antonelli se l’è cavata con una condanna a una pena molto mite e in tutta questa vicenda non ha fatto un solo giorno di carcere. Proprio ieri infatti il giovane ha patteggiato una condanna a 4 anni e 8 mesi per l’accusa di omicidio preterintenzionale. Anche il pm Ivano Brigantini ha condiviso una delle tesi principali della difesa: Antonelli non voleva uccidere. La vicenda si svolge tutta tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre dello scorso anno: Antonelli una sera prende a bordo della sua auto il «viado» e si apparta con lui. Ma dopo un certo tempo tra i due nasce un litigio: Antonelli non è soddisfatto e rivuole i suoi soldi; il «viado» non solo si rifiuta ma scende in fretta dall’auto portandosi via anche il portafogli del cliente. Qualche giorno dopo Stefano Antonelli torna alla Mandolossa e rivede Adriano Torres De Assunçao e decide di dargli una lezione: impugna un lungo martello che teneva sull’auto e, passando accanto al transessuale, lo colpisce alla tempia sinistra. Il giovane brasiliano cade a terra ma si riprende subito dopo e per un paio di giorni non accusa malesseri particolari. Il 6 di ottobre si reca al pronto soccorso di un ospedale bresciano e mostra l’ematoma alla testa, ma i medici diagnosticano un ascesso e lo rimandano a casa. La sera stessa però Adriano Torres si sente male, torna al pronto soccorso e questa volta i medici si accorgono di un vasto ematoma endocranico. Immediato ma inutile l’intervento chirurgico: Adriano Torres muore alle prime luci del 7 ottobre. Intanto gli agenti della Questura rintracciano Stefano Antonelli che subito confessa e collabora e ottiene gli arresti domiciliari nonostante la pesantissima accusa. Ieri, dopo la conclusione dell’udienza nella quale l’imputato ha patteggiato 4 anni e 8 mesi, il suo difensore, l’avv. Gianbattista Scalvi ha precisato che la scelta di chiedere il patteggiamento è stata motivata solo dalla prospettiva di escludere definitivamente la volontarietà dell’omicidio: «Resteremo nel processo - ha aggiunto Scalvi - perchè sia chiarito che la morte è dipesa da altre responsabilità». Si sa infatti che l’inchiesta sulla morte del giovane brasiliano è ancora aperta e risultano indagati, pare per omicidio colposo, i medici del pronto soccorso che visitarono Adriano Torres e non capirono la gravità delle sue condizioni.

 

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