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Aggiornato Venerdì 26-Gen-2007

 

Di Barbara Todesco - “Il Gazzettino”, 6 Luglio 2003

 

Una polemica anima il centro di Bassano. I telefoni dell'assessorato alla cultura e quelli dei vigili urbani sono stati bombardati di telefonate di protesta. La ragione di tanto rumore è "Blank", il nuovo progetto d'arte contemporanea a cura di Progettozero(+), che dal 27 giugno sta "invadendo" le città di Bassano, Asolo e Marostica con alcune celebri gigantografie, frutto del lavoro di sette artisti internazionali, esposte in punti chiave delle tre città, sulle facciate di antichi palazzi, nelle piazze e lungo strade, tutte ispirate al filo conduttore dell'esposizione: il benessere. Cittadini e turisti si imbattono in queste immagini, assolutamente originali.

Una foto però sembra proprio non aver incontrato i gusti dei bassanesi che, numerosi, hanno fatto conoscere il proprio disappunto per la sua presenza nelle vicinanze del Ponte degli Alpini di un'immagine inedita, realizzata dal celebre duo composto dai fotografi Adam Broomberg e Oliver Chanarin (sudafricano il primo, londinese il secondo) che ritrae in primo piano un transessuale detenuto nel carcere africano di Countdown. Immagine certo non meno inconsueta e provocatoria di quella che, sui palazzi di piazza Libertà, raffigura un recluso di un ospedale psichiatrico o quella che, in piazzetta Guadagnini, immortala i resti di un bosco incendiato. Perchè allora l'accanimento verso la foto di Broomberg e Chanarin? Forse Bassano si scopre meno aperta di quanto dichiari? «E' possibile - si sono chiesti i ragazzi di Progettozero(+) - che nel 2003 l'immagine di un transessuale possa provocare tanto turbamento?».

Ad ogni modo, vista la scarsa approvazione ottenuta da quest'opera gli organizzatori della mostra sono stati invitati a toglierla dal palazzo. Ieri la "censura" è scattata, la foto è stata staccata dal muro ed è sparita. E al momento nulla si sa del suo destino. Una proposta arriva proprio dai ragazzi di Zero(+) che vorrebbero allestire un'asta tra quanti siano disposti a esporre il contestato ritratto all'esterno della propria abitazione.

"Immaginavamo che questo nostro nuovo lavoro non avrebbe incontrato i gusti di tutti - dicono gli ideatori dell'iniziativa - ma ci stupisce ed al contempo ci dispiace che le polemiche maggiori siano arrivate per questa foto". La nuova provocatoria idea, nelle intenzioni dei ragazzi, è una riflessione alla base sul concetto di benessere, sganciato dall'univoca interpretazione che lo vuole legato alle strutture utilitaristico-materiali. Dopo "big mama" (2001) che trattava del rapporto uomo e natura, e "peace end love" (2002) una rivisitazione del concetto di utopia, con "blank" prosegue la strategia di intervento nel territorio urbano, mirata a portare i linguaggi dell'arte contemporanea fuori da luoghi e strutture "classiche". Ecco il perché di queste enormi gigantografie nei centri storici delle città coinvolte che fino al 26 luglio metteranno in mostra l'interpretazione del benessere secondo fotografi del calibro dei già citati Adam Broomberg e Oliver Chanarin, ex redattori della rivista Colors, che propongono 4 foto dal loro libro "Ghetto" che documenta i viaggi compiuti attraverso realtà marginali, ghetti della società come ospedali psichiatrici o carceri. O ancora i "politici" scatti di Alex Fakso, che riprende, in notturna, dinamiche azioni da strada da parte di writers, e le foto di Ale Simonetti, inquietanti autoritratti da cui ci fissa con la maschera antigas. A Marostica, nel castello inferiore, le delicate e intense foto di Alberto Parise, raccolgono il residuo di "aura" di oggetti domestici e industriali dopo il consumo del tempo e dell'uomo. E poi i poetici scatti di Matteo Gastaldello, la riflessione sul rapporto interpersonale nei ritratti della danese Rikke Jorgsensen ed i frames del veneziano Andrea Morucchio.

 

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