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Aggiornato Venerdì 26-Gen-2007

 

Rapinavano i gay alla Pellerina

Di G. Bal. - “La Stampa”, 29 Marzo 2003

 

Arrestati a novembre dalla polizia per alcune rapine a mano armata, Carmelo Paratore e Arcangelo Michele Giambarresi si sono fatti due conti in tasca e hanno capito che forse era meglio collaborare. Così, assistiti dagli avvocati Davide Diana e Pierpaolo Cassini, hanno deciso di raccontare la verità al sostituto procuratore Vincenzo Pacileo, titolare del fascicolo sui «colpi» ai danni di numerosi automobilisti. «Dottore, è vero, siamo stati noi. Abbiamo fatto una quindicina di rapine, forse anche un paio in più. Tutte in corso Marche, dalle parti della Pellerina», hanno iniziato raccontare i due malviventi, entrambi con qualche precedente e problemi di droga alle spalle. Tutto risolto, dunque. Ma quando il magistrato ha messo a confronto le confessioni e i verbali di denuncia delle vittime, si è reso conto che c’era qualcosa che non tornava. Non un solo dettaglio che combaciasse, a partire dal luogo e dalle modalità dell’assalto. Il motivo della discordanza è stato ben presto svelato. Paratore e Giambarresi hanno confidato che nell’autunno del 2002 hanno deciso di prendere di mira soggetti particolarmente vulnerabili: gli omosessuali che si incontrano in un boschetto ai margini di corso Marche, non distante dal parco della Pellerina. «Un lavoretto facile - hanno spiegato i rapinatori -, a volte ci fingevamo gay pure noi e ci facevamo adescare, mentre in altre occasioni li sorprendevamo mentre erano intenti a fare le loro cose». In entrambi i casi le vittime, spesso con i pantaloni calati alle caviglie, non opponevano resistenza e consegnavano senza fiatare portafogli, telefonino e chiavi della macchina. Ma al momento di sporgere denuncia, forse per pudore o per paura di far conoscere le proprie inclinazioni sessuali (molti sono sposati e alcuni padri di famiglia), raccontavano una versione dei fatti un po’ differente. Tipo: mi hanno rapinato mentre facevo jogging alla Pellerina. Oppure: ho visto un tipo coricato in mezzo alla strada e mi sono fermato per vedere se aveva bisogno di aiuto. Per sbloccare la situazione d’impasse, il pm Pacileo e il gip Ferrero hanno convocato le parti lese per un riconoscimento all’americana degli indagati.

 

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