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Aggiornato Venerdì 26-Gen-2007

 

Di M.Rug. - “Il Giorno”, 22 Giugno 2005

 

Sembrava estraneo all’accoltellamento e invece, con molta probabilità, è stato lui. A riconoscerlo, tramite alcune foto mostrategli dai carabinieri, è stato lo stesso Angelo Mazzotta, il cameriere gay di 35 anni ferito sabato all’alba nel suo appartamento di piazzale Gabriele Rosa, al Corvetto, durante un incontro omosex. E così ora Charaf Mahmoud, marocchino clandestino di 38 anni, è stato portato dal centro di via Corelli, dove era ospitato in attesa dlel’espulsione, al carcere di San Vittore per tentato omicidio. Mahmouyd era stato fermato sabato mattina nei giardini di piazzale Gabriele Rosa, proprio davanti all’abitazione del cameriere. Era a torso nudo e aveva una scarpa sporca di sangue e una piccola ferita alla mano destra. «Me la sono procurata durante una lite con degli zingari», ha detto ai militari. E sulle prime è stato creduto. Ma poi il cameriere, che è tuttora ricoverato in condizioni critiche alla clinica De Marchi, si è via via ripreso e lo ha riconosciuto attraverso alcune foto. Nel frattempo sono in corso le analisi delle tracce di sangue trovate nell’appartamento del ferito. Se dovesse emergere che a terra c’era anche sangue suo, allora il marocchino sarebbe definitivamente inchiodato alle sue responsabilità.
Ma le indagini non sono concluse. Gli investigatori del Nucleo operativo stanno ancora cercando di capire se in casa ci fossero tre persone. Nel sangue sparso per tutta l’appartamento, sono state trovate infatti impronte di tre piedi diversi. È possibile, dunque, che all’aggressione o alla lite abbia partecipato anche una terza persona. Ma anche in questo caso, sarà lo stesso cameriere ferito a dare indicazioni più precise una volta che si sarà ripreso del tutto.

 

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