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Aggiornato Venerdì 26-Gen-2007

 

Il presidente di Arcigay Brescia: "Nella cronaca giudizi morali inaccettabili e gratuitamente omofobi"

Comunicato stampa di Luca Trentini, Presidente di Orlando - Comitato provinciale Arcigay Brescia, 21 Luglio 2006

 

In questi giorni la stampa locale sta commentando con numerosi articoli i blitz, i controlli, le denunce e le multe per nudismo ed atti osceni avvenuti sulla spiaggia della Rocca di Manerba.

Mi preme, in rappresentanza della comunità gay cittadina, che fin dagli anni settanta ha scelto quella spiaggia come suo luogo di ritrovo, precisare alcuni punti.

La legge deve essere rispettata. Nel corso del blitz, alcune persone colte in flagranza di reato sono state giustamente denunciate per atti osceni in luogo pubblico. Sarà la magistratura a valutare i fatti e a stabilire l’eventuale giusta punizione.

Il problema è un altro. La cronaca viene spesso arricchita con termini come “viziosi”, “Sodoma e Gomorra”, “lussuriosi”, “giovani sessuomani”, “provocazioni alla mascolinità” dei poliziotti, oltre al riferimento volgare ai transessuali (a cui si lega immediatamente la categoria prostituzione) che ci paiono giudizi morali inaccettabili e gratuitamente omofobi. Riportare un fatto di cronaca è doveroso ma perché tutti quei giudizi maschilisti, compiaciuti e volgari su chi frequenta quel parco?

Il rispetto legittimo di leggi ed ordinanze non possono in alcun modo essere il pretesto di una caccia alle streghe che qui sembra delinearsi, tanto dalle parole del giornalista che dalle dichiarazioni dei referenti istituzionali.

Se l’obbiettivo è liquidare un luogo di socializzazione della comunità gay in quanto tale allora permetteteci una ferma opposizione tesa a difendere uno spazio che una mirata politica di retate rischia di cancellare.

Ci pare inoltre inopportuna la sovrapposizione di atti osceni e nudismo. Chi frequenta quella spiaggia sa bene in che posto va: l’accesso è difficoltoso, il sentiero è impervio e scosceso e non esiste alcun collegamento con il resto della costa se non via mare. L’ordinanza contro il nudismo, che da 30 anni si pratica su quella spiaggia, dovrebbe essere più chiara visto che campeggia su di un albero a due metri di altezza a 15 minuti, a piedi, dalla spiaggia! Si sarebbe dovuta esporre prima e non dopo gli interventi repressivi. Si preferisce reprimere anziché considerare il naturismo una ghiotta risorsa per il turismo locale. Inoltre bisogna rendersi conto che la morale pubblica è profondamente cambiata, tanto che tutti i naturisti denunciati negli ultimi anni sono stati assolti "perché il fatto non costituisce reato" secondo alcune sentenze della corte di Cassazione (3557/2000 e 1765/2000).

Sui fatti di Manerba, come su altri fatti di cronaca è stata presentata dall'onorevole Franco Grillini, insieme ad altri 25 parlamentari, un'interrogazione al Ministro degli interni in cui si chiede quali siano le ragioni che spingono le forze dell'ordine, con ingenti spese, a organizzare vere azioni repressive verso comportamenti che non hanno alcuna rilevanza penale; e ancora se il Ministero sia a conoscenza che alcuni interventi vengono condotti da agenti in borghese e se ciò sia ritenuto legittimo e, infine, per sollecitare l'approvazione di una proposta tesa alla depenalizzazione del naturismo.

Ci stupisce inoltre che l’Amministrazione comunale, dopo essersi disinteressata per decenni di un’importante risorsa ambientale presente nel proprio territorio, ora intenda attuarvi pesanti interventi con evidenti ricadute commerciali, sfruttando il pretesto di una crociata moralizzatrice con tanto di incitamento alla delazione.

Ci auguriamo quindi che le esigenze di un giusto controllo degli abusi, discretamente e intelligentemente interpretato dalle forze dell’ordine, uniti ad una riqualificazione rispettosa dell’ambiente, possa migliorare le condizioni di questa bellissima costa gardesana e rendere più piacevole la permanenza in quell’area di relax a tutti coloro che amano trascorrervi piacevoli ore, gay, trans o etero che siano!

 

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