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Aggiornato
Domenica 04-Mar-2012
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Quando Gianni arrivò, ormai quasi più nessuno era sobrio. C’era un’atmosfera contagiosa, piena di eccitazione, allegria, entusiasmo. Persone che non conosceva lo fermavano chiedendogli se avesse saputo la bella notizia e senza aspettare una risposta subito lo aggiornavano - così, dopo pochi minuti, aveva ascoltato la stessa storia già decine di volte. La gente ballava sui tavoli. La musica era a un volume impossibile, ancor più del solito. Gianni pensò che se non la smettevano sarebbe arrivato il 113 e li avrebbe portati via tutti. «Vieni! Stasera si beve gratis!» - gli gridò un amico, raggiante, visibilmente alterato. Lui si avvicinò e chiese un bicchiere di vino, quindi si mise in disparte per berlo in santa pace. Conosceva le ragazze personalmente, tuttavia, di fronte a quello che era successo, non aveva avuto alcuna reazione emotiva. Si era sentito un po’ in colpa per questo, si era chiesto se per caso non fosse una specie di mostro. Alla fine, anche se a fatica, aveva dovuto ammettere a se stesso che non riusciva ad interessarsene perché non gliene importava nulla – tutto qui. Perciò era ovvio che nemmeno quell’esplosione di gioia riuscisse a coinvolgerlo, anzi, se ne sentiva tagliato fuori. Quella festa non lo riguardava. Aveva molte amiche (lesbiche, etero, bisessuali) ma, a dire il vero, anche se fossero sparite dalla faccia della terra, non se ne sarebbe accorto, non avrebbe sentito la loro mancanza. Il suo mondo era popolato da uomini, fatto dagli uomini per gli uomini. Non era un misogino, non era nemmeno un maschilista – semplicemente, per lui, le donne non avevano alcuna importanza, poteva farne a meno sotto tutti i punti di vista, non sentiva la necessità di avere a che fare con loro. Le frequentava, ci parlava, si confidava e le ascoltava – ma gli erano del tutto indifferenti. Non poteva farci nulla. Certo, voleva bene a sua madre ed anche a sua sorella, aveva voluto bene a sua nonna e alle zie, voleva bene anche a Teresa, Sabrina e Silvia, non gli avrebbe mai augurato del male, se avevano bisogno bastava chiedere, ma… non gli importava – come faceva a spiegarlo? La maggior parte dei suoi amici la pensavano come lui, anche se non lo sapevano o non avevano la faccia di ammetterlo – con il moralismo che c’era in giro, non erano cose carine da confessare, né a se stessi né agli altri. Era convinto che fondamentalmente fosse così per tutti. Gli uomini e le donne dovevano convivere soddisfacendo le reciproche necessità, ma se queste venivano meno, in effetti, non c’era motivo per stare insieme, lambiccarsi il cervello. In assenza di costrizioni e necessità biologiche interdipendenti, potevano raggrupparsi ognuno per conto proprio, in perfetta autosufficienza, senza minimamente avvertire la mancanza dell’altro. Non capiva perché alcuni si scandalizzassero tanto del fatto che esistessero le separatiste, né capiva per quale astruso motivo non dovesse esservi un movimento analogo al maschile. Era tardi. Non gli andava di scroccare – non pensava di aver diritto ad un bicchiere di vino gratis, non quella sera. Lasciò cadere una banconota da cinque euro vicino alla cassa e se ne andò accennando un saluto che nessuno notò. |