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Aggiornato
Domenica 04-Mar-2012
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Esther entrò in servizio puntualissima, felice di tornarsene in corsia. Aveva sostituito una collega al pronto soccorso e non c’era reparto peggiore, secondo lei. Mentre si cambiava chiese alle altre infermiere se c’erano state delle novità durante la sua assenza: «Niente di particolare, a parte due trasferimenti – ieri sera ci hanno portato la signora dell’incidente, ricordi la tipa che si è schiantata contro un albero?» Nella camera numero 19 c’erano dei visitatori - qualche infermiera aveva lasciato la porta aperta del reparto ed accadeva in continuazione che i parenti s’intrufolassero fuori orario. Pensò che se il primario se ne fosse accorto sarebbe successo il finimondo. Controllò le cartelle e scoprì che entrambe le donne si trovavano in quella stanza. Incuriosita entrò: «Chiedo scusa, ma dovreste uscire qualche minuto… Ah, cercate di non farvi vedere in giro. Il primario è nervosetto, rischiate di dovervene andare…» Gina sorrise ad Adele e le fece un cenno di saluto. Teresa si chinò su Sabrina, le baciò la fronte e le sussurrò qualcosa in un orecchio. Esther si sorprese a guardarle con tenerezza. Chiuse la porta, preparò i flaconi per le flebo e cominciò dal primo letto: «Allora, signora Rienzo, se l’è fatta una bella dormita, eh? Come si sente adesso? Meglio vero?» - Adele fece cenno di sì con la testa - «Ce la fa a parlare?» Gina e Teresa rientrarono subito accostando la porta, così, se fosse passato il primario non le avrebbe viste. Ognuna tornò al suo posto, cercando di non fare rumore. Teresa carezzò Sabrina e Gina prese la mano di Adele. «L’ho fatto apposta… volevo morire…» - disse Adele con un filo di voce. Sabrina e Teresa si sorrisero - silenziose. Le ferite non facevano più male, non abbastanza almeno, non da privarle della voglia di ricominciare. Presto ogni cosa si sarebbe svelata – ciascuna avrebbe fatto i conti con il proprio destino e quello delle altre, con le coincidenze della vita che mai sono tali. Avevano un’altra possibilità, e già la stavano cogliendo. Che il mondo e il demonio si rassegnassero: non tutte le anime sono in vendita.
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