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Sabato 15-Apr-2006

“BREVE STORIA DEL CINEMA”

 

Col sopraggiungere degli anni Sessanta si vanno affermando un po’ dappertutto quei movimenti (comunemente definiti “nuovo cinema”), che si contrappongono programmaticamente alla cinematografia tradizionale; loro caratteristiche principali sono il rifiuto dei tradizionali canoni del racconto cinematografico, la sperimentazione di tecniche nuove (per esempio, il piano-sequenza al posto del montaggio a stacchi brevi), un maggiore impegno sociale e la ricerca di un sistema di diffusione alternativo, indipendente dai condizionamenti commerciali.

In Francia si formò (attorno al critico A. Bazin e alla rivista Cahiers du Cinéma) il movimento della nouvelle vague, che comprendeva autori piuttosto diversi tra loro e che assai presto presero strade divergenti, accomunati però dalla ricerca di uno stile più cinematografico e meno letterario (rifacendosi pertanto come modelli a Renoir, Roberto Rossellini, Bresson, Hitchcock); tra questi: Claude Chabrol, François Truffaut, A. Resnais, Jean-Luc Godard, Jacques Rivette, L. Malle, E. Rohmer.

Contemporaneo alla nouvelle vague francese è il movimento del free cinema inglese (parallelo a quello degli “arrabbiati” in letteratura), costituito da giovani registi che, continuando (e in parte criticando) la scuola documentaristica di Grierson, realizzarono dapprima documentari sulla vita delle classi popolari inglesi e quindi film più o meno duramente polemici nei confronti del sistema; tra questi: il critico e regista L. Anderson, K. Reisz, T. Richardson, John Schlesinger. Risultati di maggior valore conseguirono due registi americani trasferitisi a Londra: J. Losey, che analizza con uno stile rigoroso e personale i rapporti umani all’interno di una società profondamente divisa in classi, e Stanley Kubrick, egualmente impegnato in un’opera di riflessione sulla società moderna.

In Svezia, a fianco dell’opera di Ingmar Bergman, che nella sua vasta produzione (in cui spazia da temi metafisici ai problemi della coppia, a riflessioni sull’arte, a temi schiettamente lirici) ha saputo dar vita ad un raffinato stile personale, sono presenti fermenti di novità nell’attività di registi maggiormente politicizzati, quali B. Widerberg, V. Sjöman, J. Troell.

In Germania, “libertà dalle esperienze convenzionali, dalle coercizioni dell’industria, dalle influenze di gruppi esterni” è alla base dello Junger Deutscher Film di cui A. Kluge, J.-M. Straub, V. Schlöndorff, P. Fleischmann appaiono le personalità più interessanti. Impegno, revisione di storiografie e valori ufficiali, coraggiosa sperimentazione di intrecci e linguaggi contraddistinguono in Cecoslovacchia la nová vlna nella quale troviamo V. Chytilova, J. Nemec, J. Jres, J. Menzel, E. Schorm, I. Passer, S. Uher e, soprattutto, M. Forman (in seguito trasferitosi negli Stati Uniti d’America). La liberazione da ogni forma di colonialismo, la denuncia sociale, un profondo legame con le tradizioni nazionali sono alla base, in Brasile, del cinema nôvo di N. Pereira, G. Rocha (il maggiore teorico e autore), L. Hirszman, R. Guerra, P. C. Saraceni, C. Diegues.

Benché tutti questi movimenti siano fenomeni d’avanguardia di più o meno rapida integrazione nella logica del mercato, sono tuttavia forse da considerare l’ultima significativa esplosione di ricerca formale, produttiva, ideale ovvero, anche, l’ultima grande reazione del mondo del cinema in un sistema di comunicazioni di massa segnato dall’egemonia televisiva. Le acquisizioni, tuttavia, sono profonde: l’influsso di una messa in scena basata sull’unicità dell’inquadratura senza montaggio (il piano-sequenza) che trova nel cinema dell’ungherese M. Jancsó e del greco T. Anghelopulos un’applicazione ossessiva e rituale; la continua sperimentazione percettiva e la ricerca documentaria del New American Cinema e dell’underground di J. Mekas, R. Kramer, S. Brakhage, Andy Warhol, K. Anger (che affiorerà spesso nel cinema statunitense del decennio successivo); soprattutto la pratica di un cinema d’autore capace di comunicare conoscenze, emozioni e idee prima di annullarsi nella ricerca dell’intrattenimento.

Tutto ciò crea le condizioni di crescita o sviluppo di numerosi registi come i polacchi A. Wajda, Roman Polanski, J. Skolimovski, K. Zanussi, gli ungheresi A. Kovács e I. Szabó, i giapponesi N. Shima, S. Imamura, S. Terayama, Y. Yoshida, gli svizzeri A. Tanner e C. Goretta, gli spagnoli C. Saura e L. Berlanga, il portoghese M. de Oliveira, lo iugoslavo D. Makavejev, il canadese M. Snow, i cileni M. Littin e R. Ruiz, il boliviano J. Sanjinés, il messicano A. Ripstein, il filippino L. Brocka, L. J. Peries dello Sri Lanka, D. Mehrjui e S. Shadid-Saless dell’Iran e, infine, per la cinematografia sovietica S. Pardzanov, T. Abuladze, W. Suksin, M. Chuciev, J. Sepit´, O. Ioseliani, E. e G. Sengelaja, A. Koncalovskije, in particolar modo, A. Tarkovskij.

In Italia, dove tali tendenze sono rappresentate da E. Olmi, Marco Ferreri, P. P. Pasolini, M. Bellocchio, Bernardo Bertolucci, i fratelli Paolo e Vittorio Taviani, si perfeziona intanto la commedia di costume, ricco caleidoscopio grottesco e satirico in cui si rispecchiano (grazie ad autori-attori come A. Sordi, N. Manfredi, U. Tognazzi, V. Gassman) le rapide trasformazioni di una società che da contadina diventa industriale. Tra i più versatili registi della commedia troviamo M. Monicelli, Dino Risi, L. Comencini, oltre a P. Germi e A. Pietrangeli, in cui non mancano venature di scetticismo; sul tracciato di un cinema di denuncia e indagine politica e sociale lavorano invece G. Pontecorvo, F. Rosi, E. Petri. Va inoltre ricordato il cinema di V. Zurlini ed E. Scola, F. Maselli e Mauro Bolognini, Vittorio De Sica e N. Loy. Nell’ambito del cosiddetto western all’italiana, s’impone S. Leone e nel genere giallo/horror, Dario Argento.

 

Gli altri capitoli…

 

Introduzione
Le origini e il muto
L’avvento del sonoro
Dal bianco e nero al colore
Il neorealismo
Il cinema nuovo
Il cinema degli anni Sessanta
Il cinema degli anni Settanta
Il cinema degli anni Ottanta & Novanta
Tecnica cinematografica: caratteri generali
Tecnica cinematografica odierna

 

Per ulteriori approfondimenti vai a...

 

Dalle comiche alla commedia
Il cinema d’animazione
Il cinema italiano
Il cinema documentario
Musica: mon amour

 

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