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Aggiornato Lunedì 03-Ago-2009

 

IL MANIFESTO, 2 Novembre 2004
ANCORA AGGREDITI, DISCRIMINATI, SENZA DIRITTI, 27 Aprile 2005 - di S. Aversa
IO SONO LESBICA, 27 Maggio 2005 - di E. Marsi
IL PAESE DELLE DONNE ON-LINE, 29 Agosto 2006 - di E. Biagini

RAZZISTERIA: DESTRA FASCISTA IN ITALIA E NELLA "ROSSA" TOSCANA, 2008 - di Saverio Tommasi e Ornella De Zordo (Video)

 

Il Manifesto

Contro gay e lesbiche

LETTERE - 2 Novembre 2004

 

A Milano due ragazzi sono stati picchiati (uno è finito in ospedale) perché gay. Il fatto è avvenuto di notte, per strada, mentre i due si baciavano, come qualsiasi coppia di innamorati fa. Questo, purtroppo, è solo uno di diversi casi di violenza omofoba. Solo a giugno scorso, tanto per citarne un altro, a Lucca è stata violentata una ragazza in quanto lesbica, e, cosa evidentemente ritenuta ancor più grave, in quanto ragazza di una lesbica attivista.
La violenza contro noi gay e lesbiche (per non parlare di quella contro le persone transessuali) è un problema concreto e grave del nostro paese. Che l'omosessualità sia un peccato per la chiesa cattolica, cosa della quale ci informa il signor Rocco Buttiglione, è invece cosa assolutamente irrilevante. Almeno in un paese civile (e dunque laico).

Luca Mariani, Milano

 


 

ANCORA AGGREDITI, DISCRIMINATI, SENZA DIRITTI

Di Saverio Aversa, 27 Aprile 2005

 

E' successo ancora. Due ragazzi mano nella mano per le vie di una città, due ragazzi che si vogliono bene e che vogliono passeggiare vicini, mantenendo un contatto d'amore. E' bello vedere qualcuno che si ama e che non lo nasconde in un mondo sempre più duro, più violento. Ma non tutti sono contenti dell'immagine di due giovani che si tengono la mano soprattutto quando si tratta di due ragazzi omosessuali. E' successo ancora che qualcuno ha deciso che bisognava punire, fermare, colpire selvaggiamente chi ha il coraggio di essere vero, naturale, felice del proprio orientamento sessuale, consapevole del sentimento che lo lega ad un altro essere umano. E' successo a Roma sabato pomeriggio, nei pressi di Largo Goldoni dove si stava svolgendo una manifestazione di "Forza Nuova", un gruppo appartenente alla destra estrema che chiede l'abolizione della ricorrenza della Liberazione il 25 aprile.

"Voi gay non ci potete andare in giro. Dove vi credete di essere, ve ne dovete andare" così i due ragazzi si sono sentiti apostrofare da chi subito dopo li ha aggrediti colpendoli violentemente con una serie infinita di calci e pugni: un gruppetto di fascisti che si è allontanato indisturbato mentre le vittime venivano soccorse dai passanti. Accompagnati al pronto soccorso ai due giovani sono state riscontrate contusioni e ferite guaribili in dieci giorni. La coppia ha deciso di presentare denuncia sperando che gli aggressori siano individuati: "Non solo noi ma tutti hanno il diritto di poter camminare per strada senza aver paura di essere picchiati". E' successo quello che succede da molto tempo ormai: chi non si uniforma a comportamenti adeguati per chi si considera prepotentemente un detentore morale di verità e giustizia viene respinto nella clandestinità, punito, violentato, ucciso. Le persone omosessuali, gay e lesbiche, le persone transessuali, sono storicamente perseguitate, discriminate, costrette a nascondersi, a vivere nel buio la propria identità, l'affettività, la sessualità. Proprio un anno fa a Lucca anche una ragazza lesbica fu massacrata di botte da alcuni uomini che non sono stati ancora individuati.

Il movimento omosessuale e trans/gender italiano, rappresentato da moltissime associazioni attive in tutte le regioni, da ormai 33 anni si batte contro il pregiudizio, l'intolleranza, le discriminazioni, e chiede il riconoscimento degli stessi diritti di tutti gli altri cittadini, diritti ancora negati. Lo farà anche il 14 maggio a Campo de' Fiori, sotto la statua di Giordano Bruno, dove si svolgerà una manifestazione in occasione della Giornata Internazionale contro l'Omofobia e la Transfobia. Tanti sono stati in tutti questi anni i cortei, le proteste, gli eventi culturali e politici per chiedere delle leggi che affranchino una minoranza di cittadini dall'appartenenza ad una categoria subalterna. Quasi tutte le proposte di legge presentate negli ultimi decenni, sia con i governi conservatori che con quelli progressisti, sono rimaste tali. L'unica legge approvata, ormai più di venti anni fa, è la 164, una serie di norme che consentono alle persone transessuali di adeguare chirurgicamente e anagraficamente il corpo alla propria identità di genere, quindi di avere i documenti necessari per godere dei diritti di cittadinanza e poter avere un lavoro regolare. Ma questa legge, sebbene molto importante, ha bisogno di un'altra norma che permetta, a chi lo desidera, di far coincidere i dati anagrafici alla reale identità sessuale senza l'asportazione degli organi genitali. E' una legge che è nota come "piccola soluzione" ed è ormai in vigore da tempo in altri stati e tra questi la Germania. L'approvazione di questa norma contribuirebbe notevolmente a evitare l'emarginazione sociale e le gravi discriminazioni che spesso accompagnano l'esistenza delle persone trans/gender. Le discriminazioni basate sull'orientamento sessuale e sull'identità di genere dovrebbero essere punite da leggi e norme consigliate già da tempo dal Parlamento Europeo attraverso la direttiva 2000/78 ma in Italia, paradossalmente, dette indicazioni sono state bellamente travisate ed hanno prodotto un decreto che, per esempio, consente di licenziare un dipendente se la sua sessualità non si concilia con le mansioni da svolgere. Il dipendente che viene licenziato e che vuole ottenere il reintegro nel posto di lavoro ha l'obbligo dell'onere della prova, deve cioè dimostrare di essere stato discriminato e questo rende più difficile ottenere giustizia. L'attuale legge sulla fecondazione assistita, che speriamo sia abrogata con i referendum del 12-13 giugno, si inserisce perfettamente in quest'ottica perché si tratta della prima legge italiana che discrimina apertamente i cittadini omosessuali vietando alle coppie dello stesso sesso di ricorrere alle tecniche di riproduzione assistita. Nemmeno durante il ventennio fascista erano in vigore leggi che limitavano, così chiaramente, la libertà e i diritti di gay e lesbiche.

Dopo l'approvazione da parte del Parlamento spagnolo del matrimonio fra cittadini dello stesso sesso e della possibilità di adottare dei bambini, appare sempre più urgente che anche l'Italia produca finalmente delle leggi che tutelino la comunità glbt. Quello che è successo ai due ragazzi picchiati nel centro di Roma continuerà a ripetersi se non si provvederà a cancellare tutti gli ostacoli che impediscono a centinaia di migliaia di cittadini di godere degli stessi diritti di cui usufruiscono milioni di altri cittadini, considerati di serie A soltanto perché eterosessuali. Si può continuare a discutere se è meglio spendere energie per una politica "dei piccoli passi", per una strategia "gradualista" che porti al più presto al riconoscimento delle unioni civili, numerose sono le proposte legislative presentate al riguardo, oppure puntare al matrimonio come per le coppie di sesso diverso, ma di fatto non si è ancora ottenuto nulla, nemmeno un generico ampliamento delle norme antidiscriminatorie come sembrava si potesse ottenere già prima del 2000, anche grazie ad un atteggiamento più accondiscendente delle forze politiche di ispirazione cattolica. Il World Pride di Roma, durante l'anno del Giubileo, è stato il momento di maggiore visibilità per la comunità e per le associazioni gay, lesbiche, bisessuali, transessuali e gli esponenti di tutti i partiti della sinistra erano tra le file del gigantesco corteo costituito da mezzo milione di partecipanti ma quel glorioso giorno sembra ormai dimenticato insieme ai buoni propositi. Non ci resta che sperare nel prossimo governo, se sarà di centro-sinistra, confidando molto nella sinistra e pochissimo nel centro.

 


 

«IO SONO LESBICA»

Di Elena Marsi - Diario, 27 Maggio 2006

 

«IO SONO LESBICA». Una frase che ha la forza di un atto politico. Tre parole ripetute con tenacia dalle donne del gruppo milanese Soggettività lesbica, sfrattate all’ultimo momento da Palazzo Isimbardi, sede della Provincia di Milano, che avrebbe dovuto accogliere un loro convegno il 21 maggio scorso. Ragioni tecniche (la motivazione ufficiale), od opportunità politica (l’imbarazzo dei consiglieri della Margherita): fatto sta che la presenza delle lesbiche nella sede di un’istituzione locale (diretta dal centro-sinistra) avrebbe causato troppe polemiche. «La nostra forza simbolica, evidentemente, ha un potenziale eversivo inaccettabile» dicono deluse le lesbiche milanesi. A Palazzo Isimbardi avrebbero voluto parlare di diritti, desideri, sogni, progetti, priorità, lotte. E del bisogno di rendersi più visibili, condiviso all’interno di una minoranza che si sente fortemente discriminata. Lo hanno fatto comunque nel cortile fiorito della Libera università delle donne, storica associazione femminista da cui sono nate, prendendo spunto da un’inchiesta sulla vita della donna lesbica, condotta a livello nazionale dal gruppo stesso e basata sull’analisi, più empatica che scientifica, di ben settecento questionari raccolti in tutta Italia davanti ai locali, nelle associazioni e gruppi politici. L’indagine, raccolta nel libro “Cocktail d’amore” (edito da Derive Approdi) tenta di attraversare la vita e le esperienze di una lesbica: autopercezione e identità, famiglia d’origine, relazioni amorose, rapporti con la società e la politica, la maternità. Emerge un mondo che ancora non ha la forza di svelarsi: basti pensare, per esempio, che soltanto il 57 per cento delle intervistate ha comunicato la propria omosessualità alla famiglia. E cercare “le parole giuste” per identificarsi, decifrare il modo di autorappresentarsi di questo mondo, tra immaginario e realtà, è un compito politico importante, spiegano rileggendo i dati della ricerca le donne di Soggettività lesbica. Mentre a Milano la comunità si interroga sulle proprie emozioni, a Roma si celebra il Pacs Day: una cinquantina di coppie di fatto (soprattutto gay, ma ci sono anche lesbiche ed eterosessuali) sottoscrive simbolicamente il proprio Patto civile di solidarietà. La richiesta di una legge che riconosca le unioni omosessuali – la proposta del Ds Franco Grillini è all’esame della commissione Giustizia della Camera - sarà il cavallo di battaglia del Gay Pride del 4 giugno prossimo, organizzato dal movimento LesbicoGayTrans, Arcigay e Arcilesbica in testa. «Pacs o addirittura matrimonio “alla Zapatero” mi interessano, certamente, ma non sono la mia priorità» spiega Marina, seduta nel pubblico milanese. «La mia battaglia è per il riconoscimento della mia esistenza, fintanto che non oserò baciare la mia compagna al ristorante, e non perché mi vergogni, ma perché ho paura che qualcuno fuori mi offenda, o peggio, mi picchi. Pago le tasse, eppure non ho gli stessi diritti degli altri». Concorda Cinzia Ricci, autrice dell’omonimo sito web di cultura lesbica, tristemente nota per lo stupro subìto dalla sua compagna a Lucca l’anno scorso da parte di assalitori rimasti ignoti: «Prima che per il Pacs dobbiamo batterci affinché l’omofobia diventi aggravante per un reato, esattamente come lo è il razzismo. Ogni giorno ci succede qualcosa: tanti piccoli episodi che, uniti, sono i particolari di un disegno orrendo». La battaglia per il Pacs, secondo le associazioni intervenute a Milano, è legittima, e la appoggeranno, così come la modifica – se non l’abrogazione – della legge sulla procreazione medicalmente assistita o la possibilità per i single di adottare un minore. Ma non è prioritaria. Da una parte Cristina Gramolini, presidente nazionale Arcilesbica, rivendica i diritti delle coppie omosex. Dall’altra, le associazioni intervenute a Milano preferiscono spostare l’accento sui diritti della singola donna, il “pride” (l’orgoglio in inglese) della propria diversità, il valore aggiunto della propria “visuale marginale”, come sottolinea Anita Sonego di Soggettività lesbica, in coro con le rappresentanti di associazioni come Pianeta Viola di Brescia, Lista Lesbica (che gestisce una lista online), Linea lesbica (linea di aiuto che risponde allo 02 63118654), il gruppo Cdm. C’è ancora molto lavoro “culturale” da fare: nelle scuole, si dice a più voci. O tra le pagine della narrativa lesbica, spiegano le intellettuali Liana Borghi e Margherita Giacobino. L’immaginario collettivo eterosessuale si rappresenta le lesbiche in modo raccapricciante, vogliono dimostrare le appassionate di cinema dell’associazione bolognese Visibilia, organizzatrici del festival lesbico “Immaginaria”. Una ricca sequenza di spezzoni cinematografici presenta stupri, assassini, sguardi da pazze, suicidi: dal recente “The Monster” ai polpettoni hollywoodiani tipo “Quelle due”, le lesbiche fanno sempre una brutta fine. Conclude così Katia Acquafredda, di Lista Lesbica: non sarà mai troppo tardi, per Palazzo Isimbardi.

 


 

IL PAESE DELLE DONNE ON-LINE

Diritto per tutte e tutti alla libertà nel gestire corpo, affettività e sessualità

16 settembre Manifestazione Nazionale a Catania

Di Elena Biagini - 29 Agosto 2006

 

Appuntamento a Catania per riaffermare anzitutto l’attualità dell’antifascismo e l’opposizione al revisionismo, il rifiuto della violenza contro donne, lesbiche, gay, trans, stranieri/e.

Ogni 28 giugno il Circolo Open Mind di Catania organizza un pride regionale per le vie della città etnea: lesbiche, gay, transessuali di Sicilia portano così in strada il loro orgoglio che significa ripudio della vergogna, del nascondimento, dell’omertà.

Ma quest’anno, i neofascisti di Forza Nuova, armati di spranghe, hanno cercato di interrompere la manifestazione con un corteo non autorizzato aperto dallo striscione “Le perversioni non si manifestano, si curano”.

La polizia ha bloccato per due ore il corteo autorizzato del Pride, permettendo che un centinaio di neofascisti continuassero indisturbati a urlare slogan e insulti contro gay lesbiche e trans e a sventolare bandiere fasciste.

Non è la prima volta che Forza Nuova attacca lesbiche, gay e trans, d’altro canto nella loro piattaforma politica (vedi www.forzanuova.org) troviamo al primo punto l’abrogazione della 194, seguita dal progetto di riportare “famiglia e crescita demografica al centro della politica di rinascita nazionale” ed ancora il “ripristino del concordato (quello del 1929, ovviamente, firmato da Mussolini) e difesa delle tradizioni”.

Si tratta quindi di un fascismo violento e tradizionalista che cerca e trova accordi con i settori più reazionari della chiesa cattolica. Questi neri figuri ritengono che la società debba essere ordinata, strutturata attraverso l’istituzione della famiglia concepita come un modello unico, è cioè bianca, cattolica, eterosessuale, prolifica e gerarchica: l’uomo produce e comanda, la donna genera e obbedisce. Discorsi ben noti e arcaici ma non del tutto vinti, perché FN organizza fin dalla sua fondazione (1997) attacchi, spesso violenti, a tutte quelle soggettività che disturbano il loro progetto sociale: scritte insultanti, attacchi ai pride, aggressioni a persone extracomunitarie e nel 2004, a Lucca, lo stupro “punitivo” ai danni di una ragazza dichiaratamente lesbica.

Più in generale la loro pratica politica è fatta di accoltellamenti, sedi di associazioni partigiane e centri sociali incendiati e devastati, irruzioni nei reparti ospedalieri in cui si pratica l’interruzione di gravidanza, violenze razziste e omofoniche.

Oggi l’aggressione squadrista di Catania, tollerata dalla polizia, è l’esito di oltre due decenni di revisionismo storico che sono serviti a sdoganare formazioni neofasciste e neonaziste responsabili delle crescenti minacce quotidiane e violenze contro donne e uomini che rappresentano la diversità, sia essa politica, sessuale o ‘etnica’. A partire da tutto ciò, il Circolo Open Mind di Catania ha indetto per sabato 16 settembre la manifestazione nazionale Orgoglioso antifascismo: per riaffermare anzitutto l’attualità dell’antifascismo e l’opposizione al revisionismo, il rifiuto della violenza contro donne, lesbiche, gay, trans, stranieri/e, il diritto di tutte e di tutti alla libertà nel gestire il corpo, l’affettività, la sessualità.

L’Italia è lunga e stretta e la Sicilia è lontana da molte delle nostre case ma sembra particolarmente importante il 16 settembre andare in molte a Catania, dimostrando che la difesa di libertà conquistate è appannaggio di molte e diverse soggettività.

Sarà possibile prendere un treno speciale che percorrerà la tratta Milano - Catania fermandosi nelle maggiori località (info www.facciamobreccia.org). Per adesioni alla manifestazione opencatania@tiscali.it

 


 

RAZZISTERIA: DESTRA FASCISTA IN ITALIA E NELLA "ROSSA" TOSCANA

 

Segnalo questa piccola inchiesta realizzata da Saverio Tommasi e Ornella De Zordo, presumibilmente realizzata nel 2008. Ringrazio gli autori che dimostrano non solo di conoscere il caso qui documentato, ma, incredibilmente, lo citano nel loro documento.

 

www.unaltracittaunaltromondo.it - www.saveriotommasi.it - www.arcoiris.tv

 

 

18 APRILE 2004 - REAZIONI DELLA STAMPA - Dal 9 Giugno al 10 Luglio 2004
SUL PESTAGGIO DI EDOARDO SEGHI IN RELAZIONE ALL'AGGRESSIONE DEL 18 APRILE - Dal 18 Agosto al 2 Novembre 2004
SUI FATTI DI VIAREGGIO DEL 18 AGOSTO 2006 IN RELAZIONE ALL'AGGRESSIONE DEL 18 APRILE 2004 - Articoli e comunicati raccolti dopo la conferenza stampa
L'ARCHIVIAZIONE DEL CASO DI LUCCA SECONDO LA STAMPA - Articoli del 5 Settembre 2006

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