| Riordinando 
                i documenti che compongono questa sezione, per caso ho rivisto 
                in sequenza prima la foto di Bella Martinez, 
                transessuale ventiquattrenne morta assassinata a Los Angeles, 
                e poi quella di Fanny Ann Eddy, attivista lesbica 
                madre di un bambino morta l’anno scorso, anch’essa 
                brutalmente assassinata. Come 
                sempre ho cercato nello sguardo la vita, nei tratti somatici la 
                storia – e sono precipitata in un abisso disperante. Furono 
                persone che amarono, soffrirono, risero. Sognarono e lottarono 
                per un mondo libero nel quale ogni persona abbia il diritto di 
                vivere, libera - e per questo morirono. Assassinate. Perché 
                la smettessero di ricordarci quanto stupidamente conduciamo le 
                nostre esistenze, in quante anguste galere le costringiamo trascinandoci 
                appresso fantasmi, consanguinei e simili, di quali feroci indifferenze 
                e violenze siamo capaci – pur di non vedere, continuare 
                a non capire, crederci superiori anche a costo della vita degli 
                altri, spesso sulla loro pelle, dimentichi che non c’è 
                libertà per nessuno là dove la libertà non 
                è di tutti. Di 
                queste donne belle e rare, mai più respiri, parole, odori. 
                Solo fotografie e parole - scritte. Grida di dolore - inascoltate, 
                solitarie. E orgoglio, bellezza, dignità. Giustizia, 
                verità, amore - ogni anima oltraggiata non chiede che questo, 
                e per questo vive, paga, troppo spesso muore a causa dell’odio 
                e del disprezzo, in un silenzio che espone e rende complici. Idealmente 
                stringo e fortemente amo chi getta il suo corpo nella lotta anche 
                a costo di perderlo – perché la vita di un essere 
                umano nulla vale e a nulla serve se è acritica, asservita 
                sopravvivenza senza consapevolezza, generosità, partecipazione. (C. 
                Ricci - Luglio 2005) |