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Aggiornato Sabato 19-Nov-2011

 

 

Trionfo di colori. I profumi si spandono nell’aria. La vita si accende. Cinguettano gli uccelli. È tutto un canto, un… gnam-gnam-gnam sinistro provenire dall’armadio, dal cassettone, persino dalle travi, nel parquet!

Ebbene, sì – la natura si risveglia e insieme agli adorati pollini (si fa per dire) ci regala eserciti d’insetti e parassiti – fra questi naturalmente vi sono i tarli.

Xilofagi, perlopiù coleotteri, ma anche imenotteri, lepidotteri, isotteri, apidi e formicidi, prolifici, infaticabili masticatori.

Spesso, non sono gli adulti a causare i danni maggiori, ma le larve che si nutrono di lignina, cellulosa, proteine, zuccheri e quant’altro di appetibile contenga il legno e, talvolta, anche la carta. Il ciclo vitale di ogni singolo tarlo non dura poche ore o pochi giorni, questa è un’altra diceria senza alcun fondamento. Dura… anni! Ecco perché talvolta i trattamenti antitarlo sembrano fallire: se il veleno non raggiunge i nidi uccidendo uova e larve, queste avranno tutto il tempo di diventare adulte procreando nuove generazioni distruttrici. Dalla primavera sin oltre l’estate, con l’aggravante che le condizioni climatiche degli appartamenti moderni, riscaldati artificialmente spesso oltre i 18°, creano le condizioni ideali per la nascita di due o tre generazioni in un anno. Praticamente il ciclo non si interrompe mai. Un flagello.

Nessun legno è al sicuro.

Una buona prevenzione è l’unica cosa che può impedirgli di polverizzarci la casa, ma di rado i costruttori di mobili, infissi e rivestimenti trattano il legno in modo adeguato e normalmente le persone comuni considerano il mobilio di casa e il legno con il quale è costruita e protetta, come se fosse eterno e indistruttibile, sottovalutano il problema, insomma, poi corrono disperate ad acquistare i più improbabili prodotti senza ottenere, com’è ovvio, effetti risolutivi e durevoli.

La nostre care massaie e le loro improvvisate maestranze (fra le quali includo non solo i parenti e gli amici, ma anche sedicenti professionisti e persino affermati restauratori!), credono che spennellando le superfici con il petrolio (inorridisco) o il Timpest (un insetticida che si acquista persino al supermercato) il problema si risolva magicamente – ma questi sono solo dei palliativi, robetta fondamentalmente inutile! E poi spennellare non basta, ci vuol pazienza e tempo, talvolta anche esperienza e abilità per sconfiggere un’infestazione grave e diffusa, il che, mi raccomando, sottintende l’intervento di persone qualificate.

Bene, cerchiamo di capirci qualcosa, non solo sui tarli, ma anche sul restauro...

 

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