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Aggiornato Venerdì 26-Gen-2007

 

Sul corpo potrebbero essere necessari ulteriori accertamenti
Le lunghe perquisizioni in casa e nell'auto non sono state decisive
C'è la pista del delitto a sfondo omosessuale

Di Dino Venturoni e Rossano Orlando - 25 Gennaio 2003

 

SILVI MARINA. Il funerale di Antonio Santoro, il pensionato 62enne di Silvi Marina ucciso lunedì scorso nella sua abitazione con dieci coltellate, per ora non è stato fissato. La magistratura ha disposto che il cadavere resti nella cella frigorifera dell'obitorio di Atri almeno per una decina di giorni, nell'eventualità che su di esso sia necessario compiere ulteriori accertamenti, utili a risolvere quello che per ora è un autentico giallo. Gli inquirenti, infatti, non hanno ancora una pista privilegiata.

Riesumazione da evitare. La decisione del pm David Mancini è scaturita da un vertice con i carabinieri e l'anatomopatologo Giuseppe Sciarra, che giovedì ha effettuato l'autopsia. L'eventuale riesumazione di una salma dopo la sepoltura è procedura complessa e indelicata, che è opportuno evitare, almeno per qualche giorno. Così, poiché non è detto che l'autopsia abbia sciolto tutti i dubbi, la magistratura ha deciso di tenere il corpo a disposizione.

LE PISTE. Le piste dell'indagine, affidata ai carabinieri del reparto operativo provinciale in collaborazione con compagnia di Giulianova e stazione di Silvi, al momento sono tre: una rapina degenerata in aggressione violenta; un delitto maturato nell'ambiente familiare; un delitto maturato nell'ambiente dei gay. L'ultima ipotesi è legata alle frequentazioni, a quanto pare accertate, che Santoro aveva con omosessuali dopo la separazione dalla moglie.

LE PERQUISIZIONI. Ieri è stata la giornata in cui i carabinieri hanno potuto setacciare la casa di Santoro, dopo che i loro colleghi del Racis (raggruppamento investigazioni scientifiche) erano andati a caccia di macchie di sangue e di altri dettagli potenzialmente determinanti. La perquisizione è durata ore, visto che la vittima viveva in un appartamento grande e in cui era accumulata parecchia roba. Secondo quanto si è appreso, non sarebbero stati trovati elementi particolarmente utili. Stesso discorso per l'auto di Antonio Santoro, che quando è avvenuto il ritrovamento del cadavere (mercoledì mattina) risultava sparita e che, la mattina dopo, è stata segnalata e ritrovata nel quartiere dei Fiori di Pineto. L'auto ieri è stata prima esaminata dal Racis, che ha raccolto le impronte, e poi dai militari del comando di Teramo: dentro non c'erano né l'arma del delitto, né le chiavi di casa (anch'esse portate via dall'assassino), né altri elementi a prima vista importanti. Gli accertamenti sui conti bancari di Santoro e sulle ultime telefonate da lui fatte e ricevute forse diranno qualcosa in più.

QUALCHE CERTEZZA. Le modalità con cui è avvenuto il delitto consentono se non altro di restringere il campo. Intanto la violenza usata dall'assassino (una decina di colpi di coltello, la metà al basso ventre e gli altri al viso, più una serie di pugni al viso e in testa che hanno lasciato vistosi ematomi) è indicativa, oltre che di uno stato di rabbia o ira, di una forza muscolare notevole. Sembra difficile dunque che ad uccidere sia stata una donna, almeno da sola. Un punto a favore della ex moglie di Antonio Santoro, finita inevitabilmente tra i sospettati per i suoi frequenti dissapori con il marito. La donna, peraltro, insieme al figlio 18enne avrebbe un alibi credibile per il pomeriggio e la sera di lunedì, il probabile lasso di tempo in cui è avvenuto l'omicidio. Altro elemento importante: Santoro è stato trovato con indosso una canottiera e senza le mutande. Premesso che una messinscena creata a posteriori è sempre possibile, il dettaglio farebbe pensare alla pista omosessuale. L'autopsia non ha accertato eventuali rapporti prima della morte, ma saranno le analisi sui campioni prelevati a dire di più.

L'ERRORE DECISIVO. «Non si esclude nulla, si lavora a tutto campo». Così ieri il tenente colonnello Igino Izzo. Ai suoi uomini tocca un'indagine che al momento si presenta difficile. Ma l'assassino, che ha agito certamente d'impeto e non in modo preordinato e studiato, deve aver commesso per forza degli errori. Ce ne sarà uno determinante?

 

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