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Aggiornato Venerdì 26-Gen-2007

 

La vittima è un transessuale colombiano di 30 anni, c'è il sospetto che si tratti di omicidio volontario

18 Aprile 2001

 

ROMA - Pirata della strada o omicidio volontario "camuffato" da incidente? C'è un sospetto terribile che segna la morte di un transessuale colombiano di trent'anni avvenuta all'alba a Roma. E cioè che l'automobilista che l'ha investito e ucciso, l'abbia fatto volutamente. Almeno così ha raccontato agli investigatori un altro transessuale che si trovava a pochi metri dall'incidente. Parole di cui adesso si cercano riscontri e conferme.

Tutto accade stamattina poco prima delle 5 su via Baccelli non distante dalle Terme di Caracalla a pochi metri dal Colosseo. Una zona dove è forte la presenza di trans e prostitute e dove il via vai delle auto dei clienti è continuo.

L'auto dell'investitore, secondo quanto accertato dal nucleo radiomobile dei carabinieri e dalla compagnia Roma Centro che si occupano delle indagini, investe il trans che era poco distante dal marciapiede e poi fugge velocemente facendo perdere le sue tracce. Il viado muore sul colpo.

Dopo pochi minuti arrivano le auto della polizia e dei carabinieri. Per terra sono sparsi nel raggio di 100 metri tutti gli oggetti personali volati fuori dalla borsetta della vittima.

Il traffico viene bloccato. Su via Guido Baccelli viene istituito un senso unico per le auto provenienti dalle Terme di Caracalla e dirette a viale Giotto per permettere agli investigatori di effettuare i rilievi.

 

Pochi testimoni e qualche fiore, ma chi ha investito la giovane trans?

Di Livio Quagliata – “Il Manifesto”, 22 Aprile 2001

 

Roma - Doveva essere il giorno del suo funerale, o qualcosa di lontanamente simile, ma a salutare per l'ultima volta Alexander Jimmy Molina - Alessandra nella vita - ieri mattina non c'era quasi nessuno. Un consigliere di Rifondazione comunista con la sua roulotte di campagna elettorale. Angela, che due notti a settimana le passa tra i transessuali della capitale con una "unità di strada" del circolo Mario Mieli a fare prevenzione. Perika, trans italo-argentina, da vent'anni a Roma. Leyla, brasiliana, dell'Arcitrans che qui prende il nome di Libellula 2001. Un uomo anziano raccoglie un papavero e lo aggiunge al mazzo di fiori freschi appena adagiati sul ciglio della strada.

E' qui, in via Guido Baccelli, il viale elegante stretto tra le Terme di Caracalla, la scuola Montessori e alcune ambasciate, che all'alba di mercoledì Alessandra è stata uccisa. Da un'“auto pirata” hanno scritto molte cronache locali, "un incidente" si sono affrettati a dire i carabinieri non appena giunti sul posto. Verosimilmente le cose non sono andate così. Un paio di giorni fa, al cronista del Corsera, una testimone - Sabrina - aveva raccontato di due auto, una piccola e bianca, l'altra più grande, scura: "Avevo paura, si capiva che cercavano guai, continuavano a girarci intorno. Poi ho sentito le urla". Due uomini sull'auto chiara, uno solo su quella scura: avrebbero prima cercato di spaventare - investire? - alcune ragazze sull'altro lato del viale e poi, con una inversione a U, sono arrivate addosso ad Alessandra e a alla sua compagna di lavoro, Balmore Landonio, uscita illesa dal botto ma troppo ubriaca - dicono i carabinieri - per essere ritenuta attendibile.

Nessun altro ha visto? Verosimilmente sì, "ma hanno tutte paura che se parli ti danno il foglio di via perché sono clandestine" dice Perika che si agita perché vorrebbe più "lotta". Anche Angela ci è rimasta male, "credevo che sarebbero venute in tante stamattina, ma c'è troppa superficialità, non ci si aiuta".

A Leyla torna in mente invece quanto alcune trans che lavorano in questa strada le hanno raccontato il giorno dopo: "Chiaro che nessuno testimonia, subito dopo l'incidente i carabinieri hanno portato quelle quattro o cinque che erano rimaste qui fino all'alba a Ponte Galeria", il centro di detenzione romano. Se qualcuno riuscisse a contattarle forse potrebbero raccontare come è morta Alessandra, colombiana, poco più di trent'anni, nuova di Roma, ci lavorava da appena un mese.

Una signora accosta l'auto al marciapiede e dal finestrino suggerisce alle ragazze di legare i fiori "per quella poveretta" ai cancelli delle Terme. "Sennò finisce che li rubano, come altre volte".

 

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