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Aggiornato Venerdì 26-Gen-2007

 

Minacciava di rivelare la sua omosessualità se non gli versava rate fisse da 250 euro

Di L.L. – “Il Gazzettino”, 2 Settembre 2004

 

I due trentenni, uno operaio e l'altro libero professionista, si sono conosciuti un anno fa "chattando" in Internet. Ormai lo minacciava da più di due mesi. Insomma, lo ricattava. Pretendeva il denaro della "marchetta" anche senza il rapporto sessuale. Altrimenti avrebbe sbandierato ai quattro venti che era omosessuale. Mai avrebbe immaginato che l'amico, conosciuto navigando in Internet, avrebbe avuto il coraggio di denunciarlo. Invece ha fatto male i conti. Perchè l'altro, disperato e dissanguato nel portafoglio, si è rivolto ai carabinieri. Che hanno arrestato l'approfittatore appena dopo aver incassato l'ultima rata del ricatto. Si tratta di un libero professionista trentaduenne, che vive tra Padova e Milano. Gli investigatori dell'Arma di Casmposampiero lo hanno arrestato in flagranza di reato. Questa mattina comparirà davanti al giudice delle indagini preliminari. Il pubblico ministero Renza Cescon lo accusa di estorsione.

L'altro protagonista è un operaio di trent'anni, residente nel camposampierese. Esattamente un anno fa, nell'estate 2003, "chattando" in rete, l'operaio era entrato in contatto con questo libero professionista, che faceva la spola tra Padova e Milano. In breve, ne è nata un'amicizia. Un'amicizia particolare, dal momento che i due, dopo qualche mese, hanno iniziato una relazione omosessuale. Ma a pagamento. Insomma, il libero professionista accettava di avere rapporti con l'operaio solo dietro il compenso di 150 euro per volta. In altri termini, una "marchetta". Poi l'amico era diventato ancora più esigente. Aveva alzato il prezzo, così, senza alcun motivo. Adesso voleva 250 euro, mezzo milione di vecchie lire, per concedersi all'operaio di Camposampiero. Ma l'altro era invaghito e si limitò solo a una debole protesta. Bastasse. A giugno il libero professionista aveva dettato le sue ultime condizioni. Basta, non si sarebbe concesso per nessun altro rapporto. Però l'operaio doveva continuare a pagarlo. Ogni volta che si incontravano l'altro doveva tirare fuori il portafoglio e cacciare i 250 euro. Altrimenti avrebbe detto al mondo intero, familiari compresi, che era omosessuale. L'operaio per un poco sborsò il denaro. Poi si fece coraggio e andò dai carabinieri. E raccontò tutto. A questo punto è scattata l'operazione smascheramento del ricattatore, fino all'epilogo di martedì sera quando il trentaduenne è stato bloccato e arrestato. Gli investigatori dell'Arma hanno ascoltato le telefonate dei due. Hanno fotocopiato le banconote da 250 euro e poi hanno atteso che avvenisse lo scambio del denaro. A quel punto sono entrati in scena e hanno arrestato il libero professionista.

 

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