Home Page di ethanricci.cloud - Collegamento a sito esterno Clicca per accedere alla sezione...
Clicca per accedere alla sezione...
Clicca per accedere alla sezione... Clicca per accedere alla sezione... Clicca per accedere alla sezione... Clicca per accedere alla sezione... Clicca per accedere alla sezione...
Clicca per accedere alla sezione... Clicca per accedere alla sezione... Clicca per accedere alla sezione... Clicca per accedere alla sezione... Clicca per accedere alla sezione... Clicca per accedere alla sezione... Clicca per accedere alla sezione...
Clicca per accedere alla sezione... Clicca per accedere alla sezione... Clicca per accedere alla sezione... Clicca per accedere alla sezione... Clicca per accedere alla sezione... Clicca per accedere alla sezione... Clicca Clicca per accedere alla sezione...
Contattaci!
Aggiornato Giovedì 11-Ott-2007

 

Giugno 2005

 

UN ALTRO PESTAGGIO. SOCIETÀ CIVILE SE CI SEI BATTI UN COLPO… - C. Ricci
ANCORA VIOLENZA - "Non solo Lucca"

 


UN ALTRO PESTAGGIO.
SOCIETÀ CIVILE SE CI SEI BATTI UN COLPO…

Premessa di Cinzia Ricci


* * *


Un altro pestaggio. L’ultimo fra gli ormai incalcolabili atti di intimidazione, vandalismo, violenza fisica e verbale che chiunque non sia allineato, conforme all’attuale regime di (centro)destra subisce a Lucca nel disinteresse, nell’indifferenza e nella disinformazione generale. I casi che conosciamo sono solo la punta dell’iceberg. La maggioranza di chi subisce minacce, danneggiamenti e azioni punitive, non denuncia – per timore e giustificata sfiducia nelle istituzioni locali e negli organi inquirenti che, lo hanno dimostrato, non sanno o non vogliono porre fine a questa escalation di barbarie, inciviltà, disprezzo, odio.

A Lucca vince la violenza, la paura, l’omertà, la sottesa approvazione – cause ed effetti figli della medesima sottocultura, che vanno oltre le colorazioni politiche e smascherano una realtà dominata quasi indiscriminatamente dal pregiudizio, dall’ignoranza, dall’ipocrisia e dal lassismo.

Ancora, con rabbia e dolore, dobbiamo constatare che, anche da parte di chi è oggetto delle violenze o le aborre, la gravità del fenomeno che da anni ci vede protagonisti è valutata utilizzando due pesi e due misure: così esiste una violenza di seria “A” ed una serie “B”, una della quale si può parlare ed un’altra da dimenticare, omettere o negare, quasi non sia mai esistita, non sia importante o grave abbastanza, degna di essere annoverata fra i molti accidenti che affliggono questa città pericolosa, profondamente malata e iniqua.

Abbiamo fatto una breve ricerca e fra i materiali reperiti in Internet che parlano del pestaggio di Paolo Gaddini includendovi quei precedenti ritenuti a vario titolo indicativi, non abbiamo trovato alcun riferimento ai fatti accaduti il 18 Aprile del 2004. Eppure la matrice è la medesima, ferocia vi è stata ed anche, certamente, del tipo più odioso perché ha colpito una donna, lesbica, attraverso la violenza sessuale; le modalità, poi, al limite dell’agguato mafioso premeditato, e successivamente l’assenza di sviluppi giudiziari per colpevole sottovalutazione o indifferenza da parte degli inquirenti, la rendono estremamente significativa e inquietante ma, con tutta evidenza, non basta.

Ecco allora che Lucca diviene specchio di una realtà che travalica i suoi stessi confini ed arriva a parlarci, contro il volere e le intenzioni dei suoi protagonisti, vittime o carnefici che siano, di un paese nel quale la violenza sessuale come azione “politica” punitiva che ha colpito due donne a causa del proprio orientamento affettivo, la propria visibilità, il proprio isolato impegno a favore dei diritti civili e della minoranza LGBT*, non è (trasversalmente) argomento opportuno, conveniente, da ricordare, portare ad esempio, discutere, e ben presto, dopo molti imbarazzi, balbettii, latitanze, silenzi o, peggio, infamanti tentativi di insabbiare, minimizzare e screditare, finisce nel dimenticatoio o nella spazzatura con il proprio carico di verità, orrore e solitudine.

Mi spiace, ci spiace sinceramente per Paolo Gaddini, la cartoleria Pantera Rosa, Edoardo Seghi, la libreria Baroni e le decine di altri cittadini che pagano il prezzo della propria indipendenza culturale e ideologica, talvolta del proprio impegno civile e politico ma, francamente, poco ci preoccupiamo di chi si vedrà riconosciuto come parte lesa e sarà trattato come tale, avrà diritto ad essere preso in considerazione, ad un minimo d’indagine e forse a un po’ di giustizia. Io, noi, continuiamo ad essere turbate di fronte alla differenza di trattamento al quale, in questo paese, i suoi cittadini e le sue cittadine sono sottoposti e non possiamo che tornare a denunciarla con forza chiedendo ad ognuno d’interrogarsi non solo sulle responsabilità morali e materiali degli altri, ma anche sulle proprie.

Nulla cambierà se noi per primi non cambieremo.

 



 

ANCORA VIOLENZA

Fonte: Non solo Lucca - 5 Giugno 2005

 

Lucca, venerdì sera (3 Giugno), circa mezzanotte. Preso a pugni in mezzo a via del Gonfalone, fuori dai locali, davanti a tanti giovani impauriti, inermi e fermi a guardare. L’ennesimo episodio di violenza della nostra città lo racconta Paolo Gaddini, venticinquenne studente universitario e “colpevole” di lavorare in una comunità di accoglienza di minori immigrati e di “essere di sinistra”. Lo racconta serenamente, ma con la convinzione di chi vuole che questa ennesima violenza diventi veramente l’ultima. Gaddini accusa un coetaneo che verrà subito denunciato e querelato dalla vittima. “Era circa mezzanotte – dice – quando mi sono visto arrivare di fronte minacciosamente l’altro giovane, persona da me conosciuta, che mi ha detto che doveva fare due chiacchere. La mia colpa sarebbe stata quella di essermi schierato apertamente contro i picchiatori di Edoardo Seghi, il giovane dell’Asa pestato il giorno di ferragosto dello scorso anno, e contro gli assaltatori della libreria Baroni, la cui vetrina venne devastata e riempita di scritte omofobe per aver ospitato dibattiti sulla cultura omosessuale”.

Fatti che hanno fatto discutere e che hanno mobilitato migliaia di persone in manifestazioni di protesta.

“Ha iniziato a parlare – racconta Gaddini – e dopo poco ad offendermi mostrandomi ripetutamente nella tasca destra un lungo coltello che portava con sé. Io, conoscendo già il giovane, ho replicato cercando di parlare di rispetto e di spiegargli che il metodo giusto per il confronto fra le persone è quello del dialogo. Mentre un mio amico mi invitata ad andarmene, che tanto questo tizio non sentiva ragioni, mi ha scagliato due pugni all’altezza dello zigomo e nella mandibola. Sono caduto a terra e non ricordo nulla dei trenta secondo successivi. Mi sono trovato appoggiato ad una automobile coperto dal sangue che mi usciva dalla bocca. Intorno c’erano decine di ragazzi e ragazze, ma nessuno si è preoccupato di venire a vedere come stavo. Ho avvertito il clima di omertà e di connivenza nei confronti di questi picchiatori. Mi sono alzato ed ho raggiunto alcuni amici alla vicina fontana del Gonfalone che mi hanno soccorso. Dopo essermi confrontato con loro, verso le tre sono andato all’ospedale dove mi hanno riscontrato un trauma cranico facciale che, senza complicazioni, guarirà in sette giorni”.

Per fortuna la radiografia ha escluso frattura ma ancora una volta qualcuno ha rischiato il peggio. Gaddini non fa parte di alcun gruppo di sinistra ma non nasconde le proprie idee, dicendo a chiare lettere che altri giovani subiscono spessissimo lo stesso trattamento senza denunciarlo. “Dopo i polveroni che le violenze dei giovani di estrema destra hanno alzato – dice – niente sembra essere risolto. Pestaggi di questo genere accadono ogni settimana. chi subisce queste violenze, e spessissimo sono immigrati, deve trovare la forza di denunciarli. Lo voglio dire a tutta Lucca: vorrei che nella mia città le persone potessero avere la possibilità di andare in giro tranquille senza paura di avere un’opinione politica o il colore della pelle diversi. Mi piacerebbe che le persone imparassero a dialogare. Io non ho reagito né ho pensato in nessun momento che la violenza potesse risolvere la situazione. A differenza di lui non ho alzato la voce. Vorrei che veramente che le persone potessero scambiarsi le idee pacificamente, rispondere con la violenza non serve a nulla anche se la rabbia è tanta per questo ennesimo gesto, la cui catena si deve spezzare. Non è solo un problema politico ma di convivenza. Spesso si accusano gli opposti estremismi di fomentare la violenza, ma è un’interpretazione sbagliata. Quello che accade nella nostra città è che chi viene definito “estremista di sinistra” lavora a progetti concreti e utili socialmente, chi è all’estrema destra invece alza le mani. Quello che più mi colpisce – dice ancora Gaddini – è che insieme a questi “picchiatori di professione” ci siano ragazzini adolescenti che li seguono ed imitano sognando un giorno di diventare come loro. Questo è sbagliato e dannoso e io mi appello ai loro genitori: controllateli, fategli capire che sbagliano ad andare in giro con gente che fa della minaccia e della violenza le uniche ideologie”.

 

TORNA SU
HOME
Le immagini, se non diversamente segnalato, sono prevalentemente tratte da materiali fotografici e grafici preesistenti modificati e riadattati dall'autrice. La riproduzione parziale e non a scopo commerciale del materiale pubblicato (immagini e testi) è consentita citando la fonte (indirizzo web) e l’autore (Cinzia Ricci o altri), diversamente tutti i diritti sono riservati.

Questo sito, testato principalmente con Firefox, Internet Explorer e Safari, è privo di contenuti dannosi per i computer. On-line dal 2003, nel 2015 diviene antologico, da allora non viene aggiornato. Gli odierni Browers non supportano più gran parte dei materiali multimediali prodotti prima di tale anno, le numerose pagine che sembrano vuote in realtà contengono tali contenuti ormai non più fruibili - ne siamo dispiaciuti. Risoluzione schermo consigliata: 1024x768.