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Aggiornato Venerdì 26-Gen-2007

 

Un colpo al petto, poi l'assassino ha schiacciato il corpo con l'auto
Il killer ha agito con ferocia e padronanza. «Marzia» era in Italia da un mese.
Già decine di interrogatori nel giro

Di Claudio Vecoli – “Il Tirreno”, 24 Luglio 2001

 

TORRE DEL LAGO. Un colpo di pistola esploso a bruciapelo, dall'alto verso il basso. Che si è conficcato all'altezza della spalla sinistra e ha trapassato una vena che porta dritta al cuore. Marcos Andre De Melo Rosa, detto «Marzia», un trans brasiliano di 26 anni arrivato in Italia poco più di un mese fa da Rio de Janeiro, è morto così, giustiziato nel cuore della notte in un angolo sperduto del padule di Torre del Lago, vicino ad un capanno di pescatori. E abbandonato seminudo per terra, ancora agonizzante, ad un destino ormai segnato.

Non solo: chi ha ucciso Marzia, nel fuggire frettolosamente a bordo di un'auto di cui carabinieri e polizia conoscono al momento soltanto l'impronta dei pneumatici, le ha schiacciato anche un braccio con una ruota, quasi in segno di ulteriore spregio per una vita giudicata senza alcun valore. E, con in macchina la borsetta della vittima (rapina o un tentativo di depistaggio?), si è dileguato nel dedalo di stradine sterrate e inaccessibili che portano fin sull'Aurelia. Riuscendo a far perdere le proprie tracce.

Pochi i punti fermi di questo ennesimo giallo estivo consumatosi in Versilia. Di certo c'è che si tratta di un delitto maturato nel mondo della prostituzione. E di cui l'assassino sembra poter essere un conoscitore.

Alta, capelli mori lunghi e lisci, fisico statuario e seno prorompente caratterizzato da un tatuaggio a forma di fiore con incise tre lettere, Marzia era arrivata in Italia con il miraggio di poter far soldi vendendo il suo corpo in strada. Un curriculum comune a tanti trans brasiliani, il suo: ingresso in aereo a Parigi, viaggio in treno fino in Italia, poi la sistemazione provvisoria in un appartamento di Montecatini, insieme ad una «collega» arrivata in Toscana da molto più tempo. Domenica sera aveva raggiunto Migliarino Pisano, dove si era conquistata un posto fra i tanti trans brasiliani che battono lungo la strada parallela all'autostrada. Già fissato il programma della serata: cinque-sei ore al lavoro, poi intorno alle 2 di notte lo stacco per andare a Torre del Lago, alla festa dei vent'anni del «Frau», il locale gay e trans più conosciuto della costa e di cui Marzia aveva già l'invito nella borsetta.

A quella festa, però, Marzia non ci è mai arrivata. Qualcuno - un cliente, un protettore o un altro trans con cui divideva il posto? - l'ha caricata in macchina. E l'ha portata a Torre del Lago, forse proprio con la scusa di darle un passaggio fino al Frau Marleen. Ma una volta arrivati in paese, anziché svoltare verso mare dove sorge la discoteca, la macchina si è diretta al lago ed ha imboccato via Cimarosa, una stradina secondaria che porta nel cuore del padule. Arrivati ad un capanno per la pesca, l'auto si è fermata.

Difficile dire cosa sia successo in quei minuti. Forse un aiuto arriverà dall'autopsia, ordinata dal pubblico ministero Ines Pisano e fissata per questa mattina a Lucca. Fatto sta che fra Marzia e il suo assassino deve essere scoppiata una violenta lite che giustificherebbe alcune ecchimosi sul corpo del trans. Poi l'esecuzione: un colpo di pistola calibro 9 sparato dall'alto verso il basso, mentre Marzia era seduta in macchina oppure in ginocchio, che l'ha ferita mortalmente. Nessuno ha visto né sentito niente, anche perché le prime abitazioni sono ad almeno mezzo chilometro.

Marzia - vestita con un top e una gonna-pantalone succintissima color fucsia - è caduta con le spalle a terra. Ed è morta pochi istanti dopo. Vicino al suo corpo senza vita - ritrovato intorno alle 6 da un pensionato che stava andando a pescare - soltanto l'invito per la festa del Frau Marleen e il bossolo del proiettile che l'ha uccisa. Nessuna traccia, invece, della borsetta e dell'arma del delitto. Anche se questa mattina una squadra di sommozzatori dei carabinieri setaccerà palmo a palmo la zona del padule intorno al luogo dell'omicidio in cerca di ulteriori indizi.

Su chi possa aver ucciso il transessuale e perché, gli investigatori non azzardano ipotesi. Anche se ieri sono stati ascoltati decine di trans che lavorano fra Migliarino, Montecatini e la Versilia. Di una cosa, però, polizia e carabinieri sono convinti: chi ha portato Marzia in quel luogo sperduto - frequentato da viados, omosessuali e scambisti - conosceva bene la zona. Un primo passo, questo, per dare un nome all'assassino.

 

 

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