
Sono stato un uomo probo. In chiesa tutte le domeniche, mai un ritardo in ufficio, mai nessuno che abbia avuto da ridire. Mia moglie non aspettava altro, la puttana. Rubava i miei soldi, la ladra. Io mi spezzavo la schiena e lei sempre lì a far niente. La stronza. Volevo solo silenzio. Volevo solo che stesse zitta. Dopo il terzo bicchiere di vino non volava più una mosca. Aveva paura, finalmente. Se la battevo mi rispettava. Sparecchiava in un lampo e spariva in salotto. Odiavo il rumore della TV. Mi prendeva un’angoscia che non so descrivere, allora bevevo ancora un po’, da solo, guardando la notte farsi nera. «Spengi quel coso!», gridavo. Lei allora abbassava il volume o andava in camera, ma io la sentivo ugualmente, mi scoppiava la testa. Volevo soltanto che sparisse. Facevo quello che dovevo e allora perché non mi lasciava in pace?
Una sera, era ancora inverno, dopo il secondo grappino mi sono addormentato. La bastarda si gode la mia pensione di reversibilità, se la spassa, adesso.
Sono stato un uomo onesto e giusto. Non meritavo quella baldracca.
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