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Aggiornato Giovedì 11-Ott-2007

 

Guardavi lontano: le navi, i delfini e quel cielo pieno di gabbiani…

Sembravi diversa, laggiù, in città, nel traffico caotico, con le tue cene di lavoro e i week-end ben organizzati – sembravi diversa, invece…

Adesso il sole disegna sul tuo viso questo mare d’emozioni che sei e ti lasci andare, sospiri, ma le ciglia non fremono e nemmeno la mano trema mentre stringe la mia.

Ti ho sentito raccontare di un tramonto davvero speciale: da una parte il sole, dall’altra la luna – stavano lì, insieme, nel cielo uno di fronte all’altra, rossi e tondi entrambi, come mai prima. «Pareva un sogno» - dicesti - «e invece era solo il solstizio d’estate».

Sembravi diversa, invece ti commuovi e vorresti andare lontano, via, su uno di quei pescherecci, o nuotare con i delfini, o volare come i gabbiani – detesti il traffico, le cene e i tuoi week-end ti hanno annoiata ormai da un pezzo.

«Un giorno dipingerò quello che vedo così come lo sento…», sussurrasti. Adesso taci, piangi soltanto – la spiaggia non ti vuole, ti respinge, nega i tuoi passi mentre il mare li cancella…

Hai scritto “ti amo”, ma in quei segni io leggo solo una gran solitudine.

Ti ho detto di urlarlo il tuo amore, di farti sentire, ma tu mi hai risposto che le parole tornerebbero indietro, come in un’eco.

Sembravi così sicura, così forte, e invece non ti piaci, insegui quella donna che non ti sa ascoltare ed anche l’altra che ti ascolta ma non ti sa amare e me che ti somiglio e sembro tanto, tanto diversa, invece…

 

 

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