«Manca altro, signora De La Valle?»
«Non mi sembra… Quanto Le devo?»
«Otto e trentasei.»
«Ecco a Lei.»
«Avrebbe mica qualche centesimo…»
«Aspetti, che guardo… No, mi spiace.»
«Fa niente, ci rifacciamo la prossima volta… Ecco il resto, la spesa e lo scontrino. Mi raccomando, non lo butti via che oggi non è aria…»
Fuori del negozio due finanzieri stavano portando via un uomo nient’affatto senziente. Quintino li indicò ridendo di alcune espressioni colorite con le quali i clienti commentavano la scena, ma in cuor suo era ragionevolmente preoccupato: sapeva benissimo che se avesse subito un controllo non l’avrebbe passata liscia. Si giustificava con se stesso asserendo che con tutto quello che spendeva fra tasse e stipendi, se non avesse rubacchiato qua e là qualcosina si sarebbe certamente ritrovato a chiedere l’elemosina!
Quintino era cresciuto nella bottega del padre e da lui aveva ereditato il mestiere. Sapeva che per far quadrare i conti occorrevano sacrifici e rinunce, anche in famiglia – quindi, il posto dove peggio si mangiava e peggio si viveva era certamente casa sua, ma lui non aveva dubbi, era sicuro di agire nel modo migliore possibile e se qualcosa fosse andato storto, sapeva di poter contare su un bel gruzzoletto assai ben investito in immobili, titoli di stato e quant’altro di vantaggioso e speculativo gli era capitato a tiro in quegli anni di duro ed oculato accumulo di risorse economiche. Quintino, inoltre, aveva inventato un decalogo al quale il figlio si sarebbe dovuto attenere scrupolosamente se voleva amministrare al meglio l’attività, altrimenti che si facesse da parte e se la cavasse da solo! Per questo non si stancava mai di ripetergli che se avesse seguito le sue istruzioni avrebbe ereditato molto più di un bel po’ di soldi, sarebbe, semplicemente, diventato un uomo con “U” maiuscola!
«Eh, caro il mio ragazzo, quei lavativi dei tuoi amici non combineranno mai nulla di buono, credimi – se io avessi fatto la bella vita spassandomela tra scuola e balere, oggi probabilmente non saremmo qui: io avrei una moglie sciatta e tu saresti un drogatelo sbandato che mi ruba i soldi dal portafoglio! Tuo nonno mi ha insegnato che se si lavora sodo e non ci si fa prendere in giro, i risultati, presto o tardi arrivano. Tieni bene a mente quel che ti dico, altrimenti farai una finaccia: 1°) bisogna far la voce grossa con i fornitori, minacciarli di rivolgerci alla concorrenza, levargli qualsiasi cosa, anche un solo centesimo – per principio; 2°) occorre trovare sempre la maniera di acquistare un po’ di merce al nero – meno fatture ci sono e meno si tocca il registratore di cassa; 3°) è buona abitudine incrementare le vendite proponendo a prezzo scontato gli scarti di magazzino – inutile farsi sciocchi scrupoli, un prodotto scaduto non ha mai ucciso nessuno; 4°) quando si può comprare a buon prezzo è bene approfittarne e farne scorta ritoccando nel tempo i prezzi al rialzo, in base ai nuovi listini; 5°) ricordati di ricambiare i favori e premiare chi ti procura un affare vantaggioso – l’amicizia non è altro che un buon investimento; 6°) impara alla svelta quali sono i clienti che non controllano il resto e approfittane dandogliene meno di quello che gli spetta – evidentemente a loro il denaro non interessa ma a noi sì; 7°) quando il cliente si distrae arrotonda il conto o il peso; 8°) non dimenticare che un centesimo scontato oggi deve corrispondere a due centesimi recuperati domani; 9°) evita di far credito, ma se proprio non puoi farne a meno aggiungi qualcosa quando tiri le somme – una busta di latte, un chilo di pane… tanto non se ne accorge nessuno; 10°) saper rischiare, negli affari, è importante, ma ancor di più è imparare a capire quando l’investimento non mette a rischio il capitale sborsato e… Insomma, figliolo, segui il mio esempio, fatti furbo e quando andrai in pensione potrai dormire sonni davvero tranquilli!»
All’ultima passata di straccio la vetrinetta degli affettati parve splendere come cristallo. Quintino si pulì le mani al grembiule arrotolato in vita e voltandosi verso il figlio aggiunse: «Beh, che te ne pare?...» - ma lui non c’era più, probabilmente già da un pezzo.

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