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Aggiornato Martedì 04-Set-2007

 

La bellezza…

Disarmante, sempre sorprendente. Nascosta o evidente nelle cose più semplici, quelle che l’occhio pian piano smette di “vedere”, il cuore di “ascoltare”. Camminiamo con la testa bassa o per aria – il più delle volte talmente assorbite nei nostri pensieri (nelle infinite cose che permettiamo ci riempiano la vita) che nel tempo poco o nulla può sottrarci a questa specie d’implosione. Il corpo si accartoccia su se stesso. La schiena duole. Ci svegliamo stanche e stanche ci corichiamo. A volte abbiamo la sensazione che sulle nostre spalle si sia accovacciata una montagna, o il mondo intero – e allora sì che facciamo fatica, stentiamo a credere di riuscire a superare la giornata, vorremmo calasse la notte e mai più risvegliarci.

Penso spesso alla morte. Me la sento alitare sul collo. Come “l’uomo dal fiore in bocca” di Pirandelliana memoria, me la porto appresso. Talvolta è una presenza invadente e inopportuna, altre una consolazione. Attraverso la bellezza mi parla e lacera, disegna cerchi che io percorro e indago senza venirne a capo.

La bellezza è un velo leggero mosso dal vento, il confine immaginario che separa gli opposti, una linea invisibile e ininterrotta che li tiene uniti, la cima che issa le vele, le tende o le allenta, le ammaina.

La bellezza è uno schiaffo che ferisce o desta, una carezza che consola o tormenta, un abisso di stelle e lagrime che attrae, respinge, attrae, respinge, attrae, respinge… La paura è il punto d’equilibrio che c’impedisce di cadervi, che ci avvicina o allontana da noi stesse, che ci salva o condanna all’Aleph che siamo.

Di là dalla vita vorrei poter portare tutto quello che le parole da sole non bastano a descrivere – tutto quello che, stranamente, non è una mia estensione, merito mio, frutto della mia esistenza. Io che non sono musicista, vorrei non dovermi separare dalla musica. Io che non sono il Creatore, vorrei non dover rinunciare alla luce, ai colori, ai profumi. Io che sono così poco attenta alla carne, ai doni che la vita mi porta attraverso le piccole cose, le persone che mi amano mio malgrado, vorrei, come adesso di tanto in tanto mi capita, poter continuare a stupirmene, a goderne ed esserne infinitamente grata…

Sì, vorrei tutto questo per me ed ogni altro, vorrei non finisse mai.

 

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