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Aggiornato Martedì 04-Set-2007

 

Un po’ conosco gli uomini, sotto tutti i miei punti di vista, so di cosa si parla quando ci si riferisce a loro, ma non posso sapere come ci si sente in un corpo maschile perché maschio non sono, anche se, in un periodo della mia vita, così mi sono sentita e questo avrei voluto essere. Allo stesso modo conosco le donne ma pure in questo caso non posso dire con assoluta certezza che cosa significhi esserlo se non riferendomi a degli stereotipi. In me, come in molti a prescindere dagli orientamenti sessuali e sentimentali, è forse la percezione dei generi che difetta e tuttavia, almeno per quel che mi riguarda, non rappresenta, o non rappresenta più, un problema: ho la testa, e il cuore, e l’anima – e questi m’interessano più di ogni altra cosa al mondo, questo cerco nelle persone, è il loro valore e le emozioni che mi procurano che riempie di significato la loro fisicità e, di riflesso, la mia. Nell’amore, come nell’amicizia.

Se vedo una persona (uomo o donna, indifferentemente - non necessariamente bella secondo i miei canoni estetici) che per qualche oscura ragione attrae la mia attenzione, vorrei soltanto potermene stare in santa pace a guardarla per tutto il tempo che mi serve ad indagarne i lineamenti, l’espressività, l’intonazione, l’andatura, il gusto, i vezzi, i tic, le asimmetrie e gli equilibri, fors’anche gli odori e in taluni casi, invero assai rari, persino m’interrogo sugli aspetti della sua sessualità, per capirne (o carpirne?), indovinarne la personalità, il temperamento, lo spessore umano, ideale ed emotivo. Mi chiedo se è coraggiosa, se sarebbe capace di gesti nobili ancorché impopolari o inopportuni, mi chiedo sin dove si spinge la finzione, dove finisce il personaggio e comincia la persona, la immagino nel suo contesto storico e sociale, solo in ultimo (e non sempre) mi chiedo perché mi piace e se mi piace abbastanza da accettare un contatto fisico, fosse solo la mano sulla spalla. Perché se una persona non mi piace quel tanto (e non è poco) che basta, m’infastidisce persino la vicinanza, figuriamoci il resto.

Gli uomini non m’innamorano, non mi hanno mai innamorata. È la loro forma mentis che non mi attrae, di conseguenza il resto. Ma ho molte difficoltà anche con le donne, per la stessa ragione. Francamente non trovo molte affinità tra la mia forma mentis e la loro. Tuttavia ci sono le accezioni e queste mi aiutano a non sentirmi completamente sola e isolata. M’innamorano le vie di mezzo, forse. Quelle che non sono ascrivibili in nessuna categoria prestabilita. M’innamorano le persone che travalicano i generi, che sono altro, fuori dagli schemi, dalle convenzioni, o che pure sanno stupirmi, sorprendermi, che quando parlano non mi stancano, accendono fiammelle nelle quali non è necessario che debba per forza riconoscermi - anzi.

Cerco e voglio persone intorno a me. Il resto non conta.

 

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