

Varie,
1998
•
Storia: lapidaria risata in cui tutto vanamente defluisce.
• Amore: bocche trasfuse, labirinto
di sguardi e carezze in un prunaio o un roseto.
• Siamo figli reietti, umane
creature condannate all’oscurità da un Dio furente che immaginiamo
radioso. Ci punisce per la nostra stupidità o perché gli
somigliamo?
• Troppo vecchia per essere
giovane, troppo giovane per essere vecchia - trentaquattro anni, un disastro.
• Presto attenzione alle voci
che vengono da dietro e solo quelle sento - mio malgrado. Dietro, sotto
o dentro, comunque prima o di là dalle apparenze, oltre le parole,
fra le righe, nei silenzi - e tutto si complica…
• Di fronte a questa umanità
scellerata e colpevole, genialità e follia impallidiscono. Cercavi
l’inferno? Eccolo.
• Tagliola impietosa e giusta
sono le perversioni nelle quali si lorda il genere umano.
• Questa è la legge:
desidera la morte chi ha vita e chi ne è privo di certo gliela
procurerà.
• Coglimi come un fiore o come
una musica portami con te - non lasciare che altri decidano i tempi dell’amore,
battiti! La vita è breve e bugiarda - molto più d’una
canzone.
• Ogni distacco è un
cielo terso che si frantuma e cade.
• Eccolo il bulbo sedimentato
in fronte - quasi un tubero, terzo e di pernice, come una callosità
maligna, radica spiraliforme conficcata nell’osso.
Mi
riannodo a te come un filo spezzato -
In un unico respiro non più parola dappoco
Ma insieme strette abbraccio incorruttibile,
Cima robusta che sfida il mare e il vento.
• Basterebbe così poco
perché tutto divenisse finalmente semplice, comprensibile - basterebbe
avvolgersi in un adagio e con umiltà guardare.
• Vi sono luoghi d’una
bellezza disarmante. Affinché alcuni vi celebrassero l’assoluto
o da questo potessero fuggire legittimati, altri li eressero in cambio
di un po’ di gloria, denaro, un tozzo di pane o la vita stessa.
Santificazione delle vanità, del sopruso e dello spreco. Non so
se il loro Dio vi ha mai messo piede, il mio che abita ogni luogo, non
ha bisogno di essere circoscritto o spiegato.
• A volte districando il buio
hai scatenato incendi, spesso carezzando modanature hai trovato scorticatoi
e sempre disegnando linee rette hai evocato profondità oscure.
Tra gioie consuete e ordinari dolori, di te ecco l’anima custodita
in un bozzolo di seta rossa.
• Indago i volti, nello sguardo
cerco un sussurro o l’anima.
• Se è vero, come credo,
che Dio è silenzio e luce, lascio agli uomini in buona o cattive
fede il crimine di perpetuare l’ignoranza attraverso l’impostura
delle parole e dei riti.
• Fatemi cremare (la terra è
dei vivi, i morti non sanno che farsene) e non conservate le mie ceneri
(che orrore!), disperdetemi al vento e portate con voi l’immagine
di una me ridente e serena che finalmente si sparpaglia tutt’intorno
- libera e leggera, come l’aria!
• Nonostante tutto penso che
vivere sia un’esperienza straordinaria, impagabile. Penso che questo
breve transito nel mondo materiale sia una tappa fondamentale dell’esistenza
spirituale. Penso anche che nulla sia casuale e qui, come altrove, abbiamo
un ruolo preciso, unico e insostituibile. Per questo abbiamo responsabilità
assai più grandi di quanto ci piaccia o faccia comodo ammettere.
L’onestà non è una virtù soprannaturale, un’imprudenza
o una caratteristica risibile - l’onestà è solo il
primo passo, cominciamo a migliorarci prendendone atto.
• Camminiamo scalzi lungo il
ciglio rovinoso delle chiacchiere.
• Ti ho intorno come solo l’aria
può.
13
Agosto 1997
•
Non è confortante sapere che il compito di dare valore
ed un senso profondo all’esperienza umana sia ciclicamente affidato
ad un pugno di uomini e donne.
23
Settembre 1998
•
L’uomo passa metà della sua esistenza ad ingannare
se stesso e l’altra metà ad ingannare gli altri.
24 Settembre 1998
•
Vedo nell’uniformità e nell’assimilazione
un serio pericolo perché dal conformismo all’integralismo
il passo è breve e da questo non è mai venuto niente di
buono.
• Far parte di una minoranza
non rende migliori - anche nelle minoranze si pratica la prevaricazione,
vi è pregiudizio e arbitrarietà.
16
Ottobre 1998
•
Troppo spesso la bellezza si accompagna all’inconsistenza,
ma nulla è inutile - anche la vacuità serve.
18
Ottobre 1998
•
L’uomo considera solo ciò che attrae la sua attenzione,
si cura solo di quello che gli è utile e valuta esclusivamente
in base al suo limitatissimo punto di vista. È pigro - drammaticamente,
colpevolmente pigro. Ogni equivoco nasce dalla pigrizia. I conflitti,
i rancori e persino l’indifferenza non sono altro che un prodotto
dell’umana pigrizia.

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