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Aggiornato Lunedì 07-Gen-2013

 

 

12 Maggio 2003

Ogni parola è una nota che fa parte di uno spartito spesso già scritto, la pennellata che da sola può accendere di luce una tela e spiegarla, un solo tratto di matita, nitido, perfetto, ininterrotto, specchio fedele dell’invisibile. Tante note, pennellate, tratti di matita messi insieme diventano una composizione – in questo modo si abbellisce qualcosa che ci parlerebbe a prescindere se glielo consentissimo, se avessimo orecchie e cuore per ascoltare, qualcosa che normalmente è racchiuso in un unico, infinitamente e apparentemente insignificante dettaglio. Una parola, appunto, sempre evocatrice di spettri e meraviglie.
“Donne nuove”. Il suono di queste due parole evoca in me il canto di una sirena, ma io non sono Ulisse, io non desidero affatto tapparmi le orecchie per non sentirla, voglio, pretendo che non smetta di attrarmi e spero mi conduca il più lontano possibile da tutti gli unti del signore che se ne vanno in giro con la verità in tasca ed una spiegazione, una soluzione giusta per ogni cosa.
“Separatista” – Dio, com’è sgradevole questa paola, sembra un ingranaggio al quale manca una parte di dentatura, incespica, singhiozza, semplicemente incarna il suo significato.
Che poi le parole si usino a sproposito per ignoranza od opportunismo, beh, questo è risaputo, è consuetudine diffusa. Ma che colpa ne hanno loro – le parole, intendo?

13 Maggio 2003

Ho respirato avidamente le parole, i concetti, mi sono sentita sollevata, gongolante proprio come quando ho la fortuna e l’onore di trovarmi in compagnia di persone appassionate e sincere, ricche di esperienza e conoscenza, e posso finalmente starmene zitta ad ascoltare, posso finalmente pascermi, scendere dal piedistallo, levarmi il cappello, riposare e insieme imparare, fare scorta per i periodi di magra, riempire di senso e contenuti un silenzio che dilaga e ammorba, o un eccesso di chiacchiere vuote, non meno insidiose ed offensive.
Di tanto in tanto fa bene sentirsi intorno il calore rassicurante che solo un abbraccio ideale consapevole e proteso può dare.

14 Maggio 2003

A volte ho la sensazione che la mia vita non sia molto diversa da un giro sulle montagne russe: discese improvvise che levano il fiato e risalite pazzesche che quasi strappano la faccia – quando il carrello rallenta, scrivo.
Sono figlia di due disgraziati che hanno saputo soltanto pensare a loro stessi ed io, non meno di loro, canto come le cicale per tutta l’estate, ma poi viene l’inverno…
Si può fare a meno di tutto ma ad alcune dipendenze non mi sento di rinunciare: l’amore è una di queste. Sono profondamente attaccata alla vita, le imperfezioni mi avvincono, inteneriscono, espugnano - è passando attraverso le fragilità e le debolezze che l’esperienza umana si distingue e diviene significativa, ma forse semplicemente m’inganno, me la racconto per evitarmi fatiche maggiori...
Chi sa sdrammatizzare trae dalle proprie e dalle altrui seriosità il più grande divertimento! Io, ad esempio, sono mooolto seria (un monolite), eppure di tanto in tanto riesco a cogliere dalle mie esagerazioni aspetti di una comicità assoluta - d’altronde sono proprio le persone più seriose, quelle più convinte, che meglio si prestano alle caratterizzazioni...

1° Luglio 2003

Il guaio è anche che la gente ha sempre una scusa buona per tutto, specie per non capire.
Chissà perché non riesco ad avere paura, quando dico la verità non ho mai paura. Prima o poi pagherò questo eccesso di franchezza.

5 Luglio 2003

La politica non è un gioco - è un “esercizio” quotidiano, faticoso e complicato che richiede pazienza, umiltà, capacità di ascolto e compromesso, disposizione al dialogo e alla comprensione, volontà, coraggio, fermezza, tempestività. Pelo sullo stomaco, spersonalizzazione. Si può essere furbi, belli e intelligenti quanto si vuole, ma se non si è imparato a far politica secondo precisi criteri di opportunità non si va molto lontano.
Un gruppo acquista potere contrattuale a mano a mano che cresce la sua credibilità, la sua capacità di fare politica e cultura a partire da se stesso.

3 Settembre 2003

Nelle ferite non c’è niente di romantico, certo, ma c’è qualcosa nella vita reale che lo è davvero? E tuttavia, proprio perché l’essere umano è in grado di razionalizzare, o lavorare di fantasia, anche nelle cose peggiori trova bellezza e ragione – una bellezza che raggela, che disarma tanto è cruda, evidente, naturale. Per lui, che vorrebbe decidere e capire tutto, la bellezza, o il senso profondo delle cose, sono un mistero, un evento o un fenomeno incontrollabile, un pugno nello stomaco che sbugiarda, ammansisce e perlopiù offende. Come i cani, che considera inferiori (!), non ha ancora smesso di mordersi la coda.
È vero (e su questo le opinioni contrarie sono veramente poche) che l’auto-accettazione è il problema più grande che abbiamo, ma parlare solo in termini di donne (non esclusivamente lesbiche) contro le donne e/o contro se stesse, è riduttivo – ci sono ragioni storiche e culturali, condizionamenti così profondi che non ne verremo a capo in tempi brevi… Occorre approfondire, occuparci della misoginia, del sessismo, dell’omofobia, del maschilismo e di tante altre cancrene che affliggono indifferentemente uomini e donne, etero e omo, che ci separano e contrappongono, creano voragini piene di dolore e rabbia, autodistruzione, negazione di sé e dell’altro, solitudine e isolamento - finzione.

29 Settembre 2003

I rapporti con gli altri, se a questi si da un valore, un’importanza anche solo minimamente relativa, si giocano su livelli altri ed alti. Le persone, anche le più stupide e inservibili, vanno rispettate, con i fatti, non con le parole – men che mai postume.

30 Settembre 2003

Non sempre una minoranza per il semplice fatto di essere tale ha torto, ne è lecito aspettarsi da lei sprovvedutezza, atti eroici gratuiti, approvazione incondizionata o supina accettazione.

20 Ottobre 2003

In un mondo che sempre più diviene cieco e sordo, bugiardo ed egoista, io faccio una scelta controcorrente e mi metto in ascolto con attenzione e gratitudine – lavoro duramente perché l’oblio non cancelli le verità, affinché l’ottusità non banalizzi la bellezza, il buon senso, l’intelligenza, non ci riduca a pura merce di scambio, persone senza importanza, senza identità, da combattere e disprezzare. Nessuno merita d’essere trattato così, nemmeno chi più di questo non sa fare.

31 ottobre 2003

Ma io sono una di quelle che dovendo scegliere fra ciò che è utile ma mediocre e ciò che è sconveniente ma grande, non ho dubbi – scelgo il secondo. Forse è per questo che ho avuto (e avrò) tanti problemi a stare in compagnia di più d’una persona.

24 Novembre 2003

Così, tra maestranze che corrono da poppa a prua gridando al sabotaggio e al “golpe”, capitani intenti a scrivere sul diario di bordo che se la nave affonda non è colpa loro, ciurme impegnate a svuotar la cambusa mentre l’acqua già gli arriva alle ginocchia, passeggeri confusi, in preda al panico o arrabbiati perché volevano solo farsi una crociera in santa pace e, a quanto pare, dovranno rinunciarvi, ormai abbarbicata ad un pennone, sperando di non venir travolta, invitando timidamente a dirigersi verso le scialuppe, partecipo ad un “giorno di ordinaria follia” e non più mi dispero.

25 Novembre 2003

Ho sofferto dell’abbandono postumo, quello definitivo, senza appello, che ti esclude e nega come persona se non più amata, o amante. D’altronde, lo so, o si crede di amare o si pensa di odiare. L’amore vero e il suo opposto, sono altro e in altro modo travolgono, in altro modo si esprimono. Perdurano, poi - rimangono. Nel mio cuore c’è un tale traffico di fantasmi!
L’amicizia, per me, è prossima all’amore. Molto pretendo e forse non altrettanto do, o non sempre – mi sforzo, ma sono umana... Chiedo esclusività e fiducia incondizionata, ad esempio, ma anche indipendenza dall’altro, capacità di discernimento e giudizio, a prescindere. Se non l’ottengo o non riesco a darlo, mi offendo – lotto un po’ e poi volto pagina, senza drammi. Prendo atto e vado avanti. È un camminare solitario e avvincente, nel mondo, fra la gente. Cercatrice di argomenti e ragioni, indago la vita e contribuisco a scriverne la storia. Non m’accontento di subirla – non ho padroni e non ne voglio. È difficile condividermi.
Mi carico sulle spalle me stessa e lietamente vado – perché sono capace d’amore e talvolta so.

27 Novembre 2003

Sopravvaluto, cosa che, peraltro, faccio sempre quando voglio bene, e nondimeno esprimo il mio pensiero perché l’amicizia non è supina e acritica accettazione dell’altro, specie quando con le sue azioni diviene indifendibile, inammissibile. Un amico non serve a nulla se non sa o vuole dirti quello che pensa, anche duramente, in generale e su di te, un amico non è un compagnuccio di merendelle beota…

5 Dicembre 2003

Penso che mai come adesso, le donne abbiano avuto la possibilità di rivendicare spazi propri e propri margini di autonomia, di scrivere non solo la propria storia, ma di partecipare alla scrittura della storia del mondo, da protagoniste. Possiamo farlo da conniventi asservite, senzienti, adeguandoci con sollievo e irresponsabilità ai linguaggi e alle modalità che altri hanno deciso per noi. Ma possiamo anche farlo in modo completamente nuovo, sperimentandoci e reinventandoci, andando a cercare, disvelando ed esaltando le nostre specificità – se ci sono. In questo senso le lesbiche potrebbero avere un ruolo (umano, culturale, politico, sociale, morale, ecc.) a dir poco rivoluzionario se solo la smettessero di essere tanto discutibilmente autoreferenziali, di voler essere a tutti costi uguali agli altri e a se stesse, di avallare, pretendendo di farne parte, un sistema che è progettato per controllare, omologare, asservire, soprattutto le donne. La differenza è una ricchezza che va difesa, incoraggiata. La tanto invocata “normalizzazione” (più propriamente uniformazione, adeguamento alle normative legislative e morali esistenti – non il contrario) certamente non va in questa direzione.

 

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