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Aggiornato Venerdì 21-Dic-2012

 

Calcio. Il bubbone è scoppiato, tutti giù dal pero chiappe in terra e facce sbalordite.

Ma come, nessuno sa che in questo paese ovunque ci sono soldi e potere il sistema è il medesimo? Nessuno sa che l’Italia è una repubblica falsamente democratica fondata sulla corruzione, il lassismo, il clientelismo, sugli scambi di favori, sul ricatto e le minacce, sulla menzogna e le vessazioni, sulle disuguaglianze e l’impossibilità di ottenere giustizia, equità?

Dal condominio al parlamento, dalla famiglia al partito, dall’impiego precario all’incarico di governo – non c’è un solo rapporto tra persone, enti, apparati, amministrazioni, imprese, istituzioni, che non si fondi sul parassitismo, l’utilitarismo, l’interesse personale e corporativo al di sopra di ogni cosa. Tutto il resto è roba da babbei.

Crolla la favoletta stramiliardaria ed elitaria del calcio “mens sana in corpore sano” – di sano, qui da noi, non c’è niente.

Così, quasi che più nulla conti in questo paese, ovunque non si parla d’altro.

Metà dei telegiornali televisivi se ne vanno in chiacchiere calcistico-giudiziario-scandalitiche, similmente i giornali che da tempo hanno smesso di dare informazioni, le fanno, nel senso che le costruiscono, inventano, a tavolino – per vendere di più, favorirsi e favorire. Si chiama propaganda, ed anche se non si è in presenza di testate giornalistiche di partito, selezionando, filtrando, censurando e creando le notizie, contribuiscono a condizionare l’opinione pubblica indirizzandola, spostandola a piacimento. Ma questo non è un gioco, questa non è una cosa da poco – è tutto maledettamente sporco e importante. Ha conseguenze gravissime perché modifica la percezione della realtà, rallenta, impedisce o addirittura arretra il livello culturale, il grado di consapevolezza, il senso civile e civico dei cittadini. Li inebetisce e sfianca. Dimostra che la separazione tra il paese reale e quello dei balocchi, della finanza, dei massimi sistemi, della globalizzazione, dei furbetti del quartierino, dei politici e dei politicanti, dei loro servitori con e senza penna, è divenuta tale da non potervi porre rimedio. Divide il mondo fra mettinculi e prendinculi. Incentiva l’italico mal costume del si salvi chi può, tiriamo a campa’, mors tua vita mea. Produce nuove e più agguerrite generazioni di privilegiati, qualunquisti, ed altre rassegnate prima ancora di nascere o pronte a tutto pur di non restare indietro, tra gli sfigati. Crea le condizioni affinché chi ha il potere lo conservi e consolidi continuando a fare i suoi porci comodi, più o meno indisturbato, legittimato, senz’altro preso a modello.

Bell’esempio.

Le inchieste sono in corso, le condanne premature. Ma il marcio c’è – poco importa che lo si cavi fuori. È talmente radicato e diffuso che è come strizzare un brufolo su una faccia ricoperta di pustole – il rischio è che dopo un po’ si riformi, più purulento e infettante di prima.

Ma non è questo che m'interessa evidenziare, quanto l’atteggiamento dei media e certi deliri prova d’una follia non meno purulenta, infestante e infettante.

Corriere della sera, domenica 14 Maggio 2006. Apro il giornale. Ovvio che si dia ampio risalto alle vicende calcistiche, ma nove pagine… Dalla decina alla undicesima, poi, sotto le voci IL VIAGGIO DEL PONTEFICE e VALORI E POLITICA (da che pulpito…), ecco l’altro flagello tutto italiano: il Papa, le sue esternazioni, i suoi diktat, le sue ingerenze e le nefaste conseguenze del catto-integralismo in Polonia (paese che, insieme all’Italia, è indicato dalla comunità europea come uno dei più arretrati sul piano del rispetto dei diritti civili).

Nell’articolo «Nudi, alcol e lingerie vietati dalla tv polacca per la visita di Ratzinger», a firma di S.Sc., più o meno leggo…

[…] Dall’ufficio pubblicità della televisione di Stato sono partite direttive rigorosissime: durante il soggiorno del pontefice in Polonia dal 25 al 28 maggio saranno banditi dal video tutti gli spot su prodotti di igiene intima, biancheria, contraccettivi, birra, vodka e tutte le bevande alcoliche, esplosive e qualunque altro articolo ritenuto lesivo della sacralità della visita. […] La televisione di stato è nella bufera. La scure del governo conservatore, impegnato in una meticolosa opera di normalizzazione, si sta abbattendo su dirigenti e giornalisti. […] “È ora di finirla di considerare l’anticomunismo e le verifiche sul passato e i legami con il regime comunista un atteggiamento radicale”, ha tuonato il presidente del parlamento Marek Jurek. Ma alla radiotelevisione parlano apertamente di epurazioni e non sono in pochi a temere per il posto di lavoro. Di questo passo nemmeno il portiere potrà essere sicuro di conservare il posto di lavoro, ha fatto notare qualcuno al neopresidente. E lui di rimando: “E chi ha mai detto che il portiere abbia queste garanzie?”.

Più avanti, nell’articolo di Sandro Scabello, «Gli Ultracattolici. “Antisemita e xenofoba”, commissariata Radio Maryja. Il direttore padre Rydzyk ha costruito un impero mediatico capace di influenzare la vita politica»…

[…] La “voce cattolica nella tua casa” tra rosari e preghiere propina quotidianamente aspri attacchi contro “l’Europa neopagana” […], violente tirate antisemite, la messa al rogo degli omosessuali, l’ostracismo contro liberali e massoni. È così che padre Rydzyk, personaggio misterioso e controverso, sfiorato da numerose inchieste guidiziarie, pensa di svolgere al meglio la sua missione pastorale rivolgendosi a tre milioni di spettatori… Rydzyk ha messo in piedi nel giro di pochi anni un impero mediatico che gode della massima libertà di azione e sfugge ai controlli della gerarchia ecclesiastica […] è diventato uno degli uomini più potenti di Polonia. […] Nessuno sa con quali fondi il frate redentorista, inaccessibile ai giornalisti, sia riuscito a costruire la sua fortezza mediatica. La legge sulle opere di culto gli consente di non presentare conti e bilanci. […]

“Accidenti” - penso – “guarda quante analogie con l’Italia. Noi però siamo più sottili, raffinati, facciamo e permettiamo le stesse cose senza dare nell’occhio, d’altronde il Papa lo abbiamo in casa, le sue spie, i suoi ambasciatori ed emissari, i suoi pinzocheri sono dappertutto, a destra come a sinistra”.

Proseguo con l’articolo «Appello del Papa: no a Pacs e unioni gay. “Politici e legislatori salvaguardino la famiglia”. Si dalla Cdl, centrosinistra diviso» di Paolo Bartoloni…

Con una progressione che non sembra casuale e con maggiore precisione di quanto non avesse fatto giovedì, Benedetto XVI è tornato a condannare le unioni di fatto...

Uhm, vediamo le reazioni…

Il segretario dei Popolari-Udeur Clemente Mastella ha dichiarato che su Pacs e matrimoni tra gay non accetterà “pastrocchi”. Ed ha annunciato che i popolari faranno parte della maggioranza trasversale “in grado di impedire questo attentato laico all’istituto della famiglia”. La Cdl si è schierata compatta con le parole del papa. […] Divisa la maggioranza. Mentre Marco Rizzo (Pdci) parla di “ingerenze sempre più frequenti delle gerarchie eclesiastiche”, Luca Volontè (Udc) critica “il rito intollerante di trascinare le parole del Papa dentro la situazione italiana”.

E dove, altrimenti?…

Luciano Violante: “La Chiesa fa bene ad affermare i suoi principi, ma lo Stato deve seguire la sua strada”. Il segretario dei radicali Daniele Capezzone, poi, ha definito quello del Papa “un programma di governo e un’agenda politico parlamentare” mentre il ds Franco Grillini […] ha insistito sulla necessità di continuare il dialogo “con tutte le forze cristiane e cattoliche di base che da sempre condividono la nostra proposta di legge”.

Ecco, anche lui ha le allucinazioni, d’altronde cosa c’è da aspettarsi da uno che durante la trasmissione “Le invasioni barbariche” si è arrampicato sugli specchi per persuaderci che non c'è nulla di strano nell'obbbrobbbrioso programma del centro-sinistra alla voce coppie di fatto... Se c'è lui a contrattare per i miei diritti, se c'è Vladimir che può dire senza sollevare un polverone che i Pacs non sono fra le priorità del governo (lo sappiamo, accidenti, ma almeno stesse zitta!)... certo che non c'è nulla di strano!!! Anche girassero per le strade i marziani non ci sarebbe nulla di strano!!!…

Proseguo con la lettura di un’intervista a Paola Binetti, ex presidentessa del Comitato “Scienza & vita”, direttrice del dipartimento per la ricerca educativa al Campus biomedico dell’Opus Dei, tutta fiera di stare nel centro-sinistra da familista e papista convinta, come molti altri nell'Unione, Mastella e Rutelli in primis, fiera anche che nel programma non vi sia traccia del riconoscimento delle unioni di fatto, della suddetta legge di cui si fa vanto il più che mai vanaglorioso Grillini. Già.

Tiro un sospiro di sollievo e penso: “Ok, il peggio è passato. Ora forse arriveranno le notizie vere…” - macché, il martellamento riprende in CRONACHE, a pagina 18, nell'articolo «Monsignore in fuga nella via dei trans» di Fabrizio Caccia…

Roma – Gli hanno intimato l’alt ma lui, il monsignore, invece è partito a razzo. Ha speronato due volanti e mandato tre agenti all’ospedale. […] Grave è ora l’imbarazzo presso la Segreteria di Stato vaticana, dove l’alto prelato lavora. Tutto è successo sabato scorso intorno a mezzanotte. Valle Giulia, a Roma, è il posto risaputo dei “femminielli”, dei ragazzi di vita, dei trans, dei giovani prostituti rumeni che si offrono ogni sera per pochi soldi ai loro clienti, nei vialetti bui tra la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e lo zoo di Villa Borghese. […] Sabato scorso intorno a mezzanotte, il monsignore di mezza età, lombardo di nascita, dottore in diritto canonico e coadiutore a San Pietro, costeggiava la strada a bordo della sua Ford. Era vestito in borghese – così è scritto nel rapporto consegnato dagli agenti in procura - l’abito talare riposto prudentemente nel bagagliaio. Ma cosa faceva là? Alla fine l’avrebbe ammesso: voleva incontrare qualcuno si, “ma solo maggiorenni e non minorenni”. Un po’ morboso magari ma non pedofilo.

"Mi stropiccio gli occhi e le orecchie" (ah, Silvietto - ti rimpiangeremo!). Non posso credere a quello che sto leggendo. Passi il prete che deve specificare di non andare a caccia di minori (visti i tempi…) ma che il giornalista sostituisca il termine “omosessuale” con “morboso” mi fa rabbrividire… Mi chiedo dove voglia arrivare…

Al telefono, dalla casa di Santa Marta, il prestigioso alloggio dei cardinali dell’ultimo conclave, lui stesso ora si difende: “Macchè trans… Non è andata così. E poi sono stati i poliziotti a picchiare me… Comunque non posso parlare devo prima chiedere l’autorizzazione ai miei superiori”. Clic. Silenzio. Intanto, però, il monsignore della prima sezione della Segreteria di Stato, sacerdote minutante, ordinato Presbitero a 24 anni, è stato deferito dall’autorità giudiziaria e denunciato per resistenza e violenza a pubblico ufficiale. Comportamento a dir poco sospetto il suo.

Sospetto un corno! Ma i giornalisti li leggono i giornali, lo sanno cosa scrivono quando riportano le parole del Papa? O sono così impegnati a conservare il posto di lavoro da non rendersi minimamente conto dei danni che stanno facendo, delle loro responsabilità, delle conseguenze devastanti della LORO cultura eterosessista ed omofobica?

Torno a chiedermi cosa stia tentando di dirci…

Quando sabato sera, ha visto avvicinarsi la prima auto dei poliziotti, forse si è spaventato. Era un’auto civetta della IV sezione della Squadra Mobile, specializzata in reati sessuali e a danni dei minori. A bordo, solo uomini in borghese. La notte a Valle Giulia controlli e pattugliamenti sono di routine. E frequenti sono pure le retate: “Così ho temuto che fosse una rapina, non ho capito che quelli erano agenti, pensavo fossero malviventi”, ha detto lui, dopo, a inseguimento finito. La sua reazione però è stata degna di un film poliziesco […] La prima macchina l’ha seminata in piazza Thorwaldsen. E non si è fermato neppure davanti alla seconda auto-civetta che un po’ più su […] gli ha tagliato la strada. Anzi il prete l’ha tamponata, proseguendo poi come un missile la sua corsa, fino a quando non è andato poi materialmente a sbattere contro una volante accora sul posto, dopo che in Questura ormai era scattato l’allarme. […] Gli agenti della IV sezione della Squadra Mobile, diretti da Dania Manti, negli ultimi tempi a Roma hanno arrestato diverse persone con l’accusa di pedofilia […] Un mese fa, poi, è stata la volta di padre Marco Agostini, della congregazione degli Oblati di San Francesco di Sales. Contro di lui accuse pesantissime: centinaia di abusi su decine di ragazzi impauriti, soggiogati, plagiati perfino con riti esoterici. Violenze che duravano da almeno 20 anni, secondo il racconto delle sue vittime. Dalla Curia Romana, però, nessuna condanna. Solo silenzio.

Argh, ecco dove voleva arrivare! L’ha scritto, l’ha fatto!!! Mica chiaramente, no, subdolamente: omosessuali = pedofili. Preti omosessuali = preti certamente pedofili. Probabilmente protetti in quanto preti e forse pedofili ma, aggiungo io, non in quanto omosessuali – Papa sentenzia!

Signori giornalisti, ma la deontologia professionale non prevede di accendere il cervello prima di mettersi a scrivere?

Bene, forse è davvero arrivato il momento di sospendere l’erogazione dei finanziamenti pubblici ai giornali, alla lega calcio, alla chiesa cattolica. Quei soldi sono nostri, sottratti all’istruzione pubblica, alla sanità, alla ricerca, alla spesa sociale. Che comincino a guadagnarseli onestamente, lavorando duro – come facciamo noi.

C. Ricci

 

 

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